Jeff Bezos tenta l’ennesima rivoluzione: Mr. Amazon ora corre alla conquista del risparmio

“Fallimento e inventiva sono gemelli inseparabili. Per inventare bisogna sperimentare; e se sappiamo in anticipo che funzionerà, non è un esperimento”: così Jeff Bezos si rivolgeva agli azionisti di Amazon riassumendo in poche righe lo spirito di una carriera votata alla rivoluzione di schemi e paradigmi. Non soddisfatto di avere stravolto il mondo del commercio a livello planetario e di avere promesso di portarci in vacanza nello spazio con la sua Blue Origin, il visionario proprietario del Washington Post continua a sperimentare in settori ogni volta diversi, entrando ora nel mondo dei risparmi. Ecco come vuole cambiare il modo in cui gestiamo i nostri soldi.

 

La nuova sfida per il manager onnivoro e onnipresente

Mr. Amazon non si accontenta di aver cambiato il modo in cui facciamo shopping. Non è soddisfatto neppure di avere superato la capitalizzazione di Alphabet di Google, nella seduta del 20 marzo scorso, andando così a occupare il gradino di seconda società a maggiore capitalizzazione del Nasdaq. Bezos non vuole allori, ma l’onnipresenza, non si accontenta di divorare una sola preda, ma le vuole tutte. Il filo rosso che tiene insieme i diversi business intrapresi negli anni, del resto, è sempre lo stesso: diventare parte integrante della vita dei suoi clienti, richiamando gli istinti più basilari dell’animo umano.

Amazon Echo

Se con Alexa Amazon è entrata nei nostri salotti e con Whole Foods nei nostri frigoriferi, Jeff Bezos pensa ora ai nostri risparmi e a come ridurre al minimo la fatica per raccogliere denari senza sforzi e perdite di tempo. Come ha riportato il “Wall Street Journal”, starebbe trattando con alcune delle maggiori banche americane, fra le quali JPMorgan, per mettere a punto un prodotto simile ai conti correnti in grado di attirare i millennial e coloro che dalle banche mantengono le distanze per volontà o perché costretti.

 

Il nuovo metodo della partnership

C’è però una differenza sostanziale rispetto agli altri settori in cui Amazon è entrata finora: stavolta viene privilegiata la strada della partnership senza l’ambizione di fare da soli e meglio dei competitor. Insomma, non vuole diventare una banca nel senso stretto del termine. E le banche tirano un sospiro di sollievo, almeno per questa prima fase: la creatura di Bezos con la sua forza finanziaria – ha una capitalizzazione di mercato di poco meno di 700 miliardi di dollari – e la fiducia degli investitori avrebbe rischiato di rivoluzionare anche il settore finanziario. Ma le regole più stringenti approvate dopo la crisi, sembrano aver schermato il settore dalla concorrenza esterna, il cui accesso è limitato da paletti e ostacoli che rendono difficile lo sbarco.

Amazon ha scelto così di allearsi e guarda a JPMorgan, la banca guidata da Jamie Dimon già suo alleato, insieme a Berkshire Hathaway di Warren Buffet, per rivoluzionare la sanità americana.

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La lotta per attirare i Millennial

Per JPMorgan l’alleanza sarebbe importante: si tratterebbe di stringere un accordo con un potenziale rivale e rafforzare i legami con una società, Amazon, popolare fra i Millennial, le cui abitudini cambiano rapidamente. Dal canto suo, il gruppo di Seattle potrebbe così ridurre le commissioni pagate alle aziende finanziarie e raccogliere dati sui redditi dei consumatori e sulle loro abitudini di spesa.

Secondo in sondaggio condotto fra 1.000 clienti Amazon, il 38% si fiderebbe del colosso di Bezos nel gestire le sue finanze allo stesso modo in cui si fida di una banca tradizionale. Bezos sta valutando un ingresso nel settore finanziario da anni per cercare di ridurre le commissioni pagate alle banche. Un’intesa con un big come JPMorgan consentirebbe ad Amazon di ridurre le spese centrando così il suo obiettivo e senza rischiare il fallimento sperimentato da Walmart, costretta ad abbandonare le sue ambizioni di banca negli anni passati perché sommersa dalle critiche.

Una costante si ripete, secondo Bezos, nella storia: il fatto che “noi umani ci evolviamo assieme ai nostri strumenti. Cambiamo gli strumenti e gli strumenti cambiano noi: è un ciclo che si ripete”. Con la sua bacchetta magica prova ancora ad aggiornare gli strumenti con cui ci arrangiamo ogni giorno, stavolta quelli bancari. Difficile che riesca a fare il miracolo fatto nel 1994, quando trasformò un anonimo e-commerce di libri nel più grande negozio del mondo. Ma con Mr. Amazon non si può mai star tranquilli: la rivoluzione è sempre dietro l’angolo.