Obbligazioni: i fattori da valutare

Investire in obbligazioni impone una dettagliata analisi dello scenario economico generale, prima di poter fare con tranquillità le proprie scelte. Soprattutto viste le novità che hanno investito i mercati negli ultimi tempi. Rimane, in ogni caso, un ottimo metodo per diversificare i propri investimenti e non limitarsi soltanto al mercato azionario. Inoltre, avere delle obbligazioni governative nel proprio portafoglio è anche un modo per ridurre il rischio e tutelarsi nei confronti di eventuali crisi finanziarie.

Investire in obbligazioni

Come dicevamo prima, alcuni recenti avvenimenti hanno cambiato il mercato obbligazionario e impongono alcune attente valutazioni prima di effettuare un investimento. Uno di questi è sicuramente la decisione della BCE di sospendere, a partire dal 30 settembre scorso, il Quantitative Easing, ovvero il piano per il quale la BCE stessa ha acquistato titoli di stato in modo da ridurre il costo del debito e stimolare l’economia.

Come dicevamo, il Quantitative Easing, che già aveva visto una riduzione di 30 miliardi al mese, è stato arrestato del tutto. Ciò significa che i Paesi europei dovranno ora far fronte alle sfide dei mercati con le proprie forze. Con questa manovra la BCE ha acquistato 2 triliardi di euro di obbligazioni statali e corporate europee. L’Italia ha beneficiato molto del QE, quindi, la sospensione di questo piano potrebbe avere ripercussioni sui nostri mercati.

Il tasso ufficiale di interesse

In USA il ciclo di rialzi è probabilmente arrivato già a compimento portando il Fed Fund Rate al 2,25%/2,50%. In Europa, al contrario, nulla si è mosso. Ed anzi è stato annunciato un piano di Tltro.

Negli USA l’aumento dei tassi è visto con timore, poiché si pensa che potrebbe gravare sul bilancio federale e sull’intero circuito economico, famiglie incluso, così da mettere a rischio la crescita economica. Dopo l’aumento dei tassi osservato nel biennio 2017-2018 e il piano di vendita titoli del bilancio della Fed, i mercati hanno reagito negativamente. Ciò ha spinto la Fed a diminuire le vendite di titoli a partire da maggio per poi concluderle a settembre.

In Europa, e in Italia in particolare, al timore per l’aumento dei tassi si aggiunge la questione del forte debito pubblico. Purtroppo, così come è stato per la cessazione del Q.E., i risparmiatori devono anche mettere tenere in conto l’aumento dei tassi di interesse, che può andare a colpire coloro che hanno già investito in obbligazioni a tasso fisso. Di contro, tassi di interesse più alti (implicano un maggior costo del debito, fattore che potrebbe portare ad un aumento dei casi di insolvenza a livello di sistema). Il che potrebbe comportare  significano una maggiore spesa (anche pubblica), fattore che dev’essere valutato a livello di sistema.

L’incremento dei tassi non è necessariamente collegato ad un rialzo dei tassi della BCE, ma potrebbe essere legato a una semplice dinamica di mercato. In generale, anche se l’Italia soffre notevolmente per la situazione spread attuale, non ci saranno tracolli dei mercati obbligazionari.
La situazione è, però, complessa e per i meno esperti del settore può essere una buona idea non addentrarsi “da soli” nel mondo delle obbligazioni, ma affidarsi a professionisti che si occupano di fondi comuni con portafogli contenenti investimenti obbligazionari, come quello proposti da Tendercapital Bond Two Steps. (Per acquisire informazioni descrittive e promozionali su Tendercapital Bond Two Steps, clicca sul link).