Da Skype ai taxi volanti, ecco chi è Niklas Mårten Zennström

La sharing economy è l’acqua nella quale tutti noi navighiamo ogni giorno: prendiamo a noleggio breve una bici utilizzando l’app sul cellulare, ordiniamo la pizza in pochi clic e controlliamo il suo tragitto dal forno al citofono di casa nostra, condividiamo gli spazi di lavoro con altri professionisti se abbiamo optato per la comodità del coworking, lanciamo un crowdfunding se vogliamo reperire in rete le risorse per realizzare un nostro progetto. In principio, a monte di tutti questi modelli di business attuali ci fu però, il peer-to-peer, lo scambio in rete di risorse tra pari. Una tecnologia che ci ha cambiato le vite e che tanto deve a uno dei suoi padri, Niklas Mårten Zennström. La sua creatura principale, Skype, ha demolito l’idea che le telefonate dovessero passare attraverso una cornetta e ha lanciato un nuovo modo di comunicare e condividere.

 

Un businessman ossessionato dalla condivisione

Con due lauree in Economia Aziendale e Ingegneria Fisica conseguite all’Università di Uppsala, in Svezia, Zennström ha sempre combinato il talento per la tecnologia con il fiuto per gli affari.
Dopo gli inizi di carriera nel mondo delle telecomunicazioni con un impiego in Tele2, si è occupato di sviluppo commerciale e non solo ricoprendo il ruolo di CEO del portale everyday.com. Con l’amico e socio Janus Friis nel 2001 ha creato Kazaa, un’applicazione peer-to-peer che – dopo diverse cause intentate negli Usa dall’industria della musica e dell’immagine – è stata venduta a Sharman Networks.

Successivamente ha fondato e guidato anche Joltid e Altnet, software anche in questo caso basati sulla tecnologia peer-to-peer. Tutte “prove generali” prima dell’invenzione in assoluto più celebre di Zennström, Skype, il programmino per telefonare a costo (quasi) zero, senza passare dai tradizionali operatori di telefonia fissa o mobile.

Il nome immaginato inizialmente era quello di Skyper, una crasi di Sky (cielo) con il suffisso -per (in abbreviazione di peer-to-peer). Il dominio Skyper era però già in uso e per questo vinse il più breve Skype.

Il numero di utenti testimonia oggi il successo ottenuto dall’app: 300 milioni gli iscritti lo usano nel mondo e di loro almeno 8 si trovano in Italia (dati del 2017). Così come le cifre per acquisire la società di telefonia alternativa sborsate nel 2005 da Ebay (2,6 miliardi di dollari) e nel 2011 da Microsoft (8,5 miliardi di dollari).

 

Sarà il padre anche dei taxi volanti?

Dopo la vendita di Skype e ancora in tandem con Friis, Zennström ha lanciato Joost, un servizio per la distribuzione di video online, per poi decidere di rivolgere lo sguardo al settore del venture capital, mettendo a disposizione di nuovi potenziali innovatori la sua competenza nel capire e raddrizzare i modelli di business.

Con questo spirito ha fondato Atomico, una società con sede a Londra che investe in idee in rapida crescita e che sfruttano tecnologie altamente innovative. Il gruppo ha già sostenuto oltre 30 aziende, tra le quali MadBid, Last.fm, FON, Xobni, Technorati, Heysan, RDIO e WooMe.

Tra gli ultimi e avveniristici progetti sui quali Atomico “punta” e raccoglie capitali, c’è il mini jet realizzato dalla start-up Lilium con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea.

In un futuro molto vicino i piccoli velivoli puliti potrebbero sostituire i taxi: saranno infatti capaci di volare a una velocità di 300 chilometri orari per un massimo di sessanta minuti, a fronte di una singola carica elettrica. Un progetto imponente (85 milioni di euro la somma già messa in campo) e sostenuto anche dal colosso tecnologico cinese Tencent e da Obvious Ventures, società guidata da Evan Williams (ex amministratore delegato di Twitter).

 

Dalla tecnologia alla filantropia

Come Bill Gates, il milionario Zennström ha deciso di ampliare la propria sfera di interessi alla beneficenza. Con la moglie Caterina, ha infatti fondato la Zennström Philanthropies per sostenere progetti in vari ambiti, dal cambiamento climatico nel Mar Baltico, ai diritti umani, passando per l’imprenditorialità sociale.

“Siamo in una situazione molto critica in cui stiamo utilizzando troppe risorse del pianeta”, ha raccontato a Business Insider. “Abbiamo ogni sorta di problemi, ma continuiamo ad agire senza cambiare nulla mentre i nostri politici continuano a non mostrare alcuna leadership”.

Nella sua esperienza però, un barlume di speranza può arrivare proprio dalla tecnologia che gli ha regalato così tante soddisfazioni. “Penso che il vero cambiamento stia avvenendo nell’innovazione, – ha dichiarato – negli imprenditori che vedono e cercano qualcosa prima degli altri e dicono: ‘Questo è il modo in cui dovremmo agire: sono un foglio bianco ma ho un’idea, questa mi guida e provo a realizzarla’. È questo il tipo di visionari che voglio sostenere”.