Il mercato obbligazionario è ricco di una grande varietà di strumenti finanziari diversi, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi. Abbiamo già affrontato l’argomento quando abbiamo esaminato le differenza tra obbligazioni governative e societarie, oggi andiamo più nel dettaglio analizzando le obbligazioni a tasso fisso e a tasso variabile.
La differenza tra obbligazioni a tasso fisso e variabile
La differenza tra titoli obbligazionari a reddito fisso e a tasso variabile è evidente: i primi si risolvono con una cedola sempre fissa, che rimane uguale dalla nascita del titolo fino al suo esaurimento, e si realizza con il rimborso del capitale a scadenza. I secondi, invece, vengono liquidati attraverso cedole che variano di valore durante la loro vita. Questa variabilità è legata a diversi elementi: tasso dei BOT, tasso EURIBOR, tasso di inflazione, ecc…
Se risulta abbastanza semplice riassumere qual è la differenza tra le due tipologie di titolo obbligazionario, lo è molto meno effettuare una scelta. Infatti, rispondono in maniera molto diversa, quasi opposta, agli eventi macroeconomici che influiscono sui mercati.
Infatti, le obbligazioni vengono influenzate principalmente da due elementi: l’andamento dei tassi e quello dell’inflazione.
Obbligazioni e valore dei tassi
I titoli a reddito fisso, per esempio, soffrono molto dell’aumento dei tassi poiché il loro rendimento non mantiene la stessa competitività sul mercato. Di conseguenza, il prezzo dell’obbligazione scende in modo che il rendimento torni in linea con i nuovi tassi. Un investitore in titoli obbligazionari a reddito fisso dovrà, quindi, essere bravo a predire la fluttuazione dei tassi. Così potrà guadagnare se i tassi scendono e evitare di perdere in caso di aumento dei tassi.
Come dicevamo prima, le obbligazioni a tasso variabile si comportano invece in maniera opposta: in caso di fluttuazione dei tassi, il valore delle loro cedole si adeguerà progressivamente ad essi: quando i tassi aumentano, le cedole salgono, mentre si riducono quando i tassi scendono. Questo discorso si applica solamente alle cedole: il prezzo dei titoli rimarrà pressoché invariato.
Obbligazioni e inflazione
Il legame che lega titoli obbligazionari e inflazione è pressoché lo stesso. Un aumento dell’inflazione causerà una diminuzione del prezzo delle obbligazioni a reddito fisso, perché il tasso delle cedole non riuscirà più a coprire l’investitore dell’aumento del potere d’acquisto.
Invece, il rapporto che lega i titoli a tasso variabile con l’inflazione dipende dal parametro a cui sono legati i rendimenti:
- i titoli inflation-linked, cioè con cedole legate all’inflazione, vedranno un adeguarsi delle cedole all’aumento dell’inflazione e un aumento dei guadagni per l’investitore (il contrario in caso di diminuzione dell’inflazione)
- i titoli con cedola legata ad un diverso parametro possono reagire in maniera diversa, a seconda delle loro caratteristiche intrinseche.
Questi elementi e queste differenze vanno attentamente considerate quando si scelgono i titoli obbligazionari in cui investire. A seconda dello scenario macroeconomico, è meglio far ricadere la preferenza su una tipologia o sull’altra.
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