In un mondo in cui anche le lavatrici sono programmate per vivere un certo numero di anni, l’uomo si trova ad affrontare una longevità inedita e imprevista. Men che meno programmata. Grazie ai progressi medico-scientifici, alla prevenzione e alle generali migliori condizioni di vita e di lavoro, negli ultimi 50 anni la popolazione mondiale ha guadagnato ben 10 anni di vita. Per metà secolo si prevede che in Italia le donne potranno arrivare mediamente a 90 (oggi 85) e gli uomini a 85 (oggi quasi 81). I nati negli anni 2000 sono destinati a superare i 100 anni (dati Istat). Vivere più a lungo è un progresso ma porta con sé una serie di criticità. E la recente pandemia ne ha messe in evidenza alcune con la strage nelle case per anziani. Il rischio di non autosufficienza, per esempio, cresce con l’età, arrivando a superare il 40% (dati Censis per Tendercapital) oltre gli ottanta anni: maggiore fragilità, cronicizzazione di stati patologici preesistenti o aumento della morbilità, cioè della tendenza ad associare a malattie pregresse altre malattie indotte.

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