Verso la Luna e oltre: le tecnologie per i viaggi spaziali del futuro

Una nuova generazione di uomini e donne sulla Luna. Un nuovo ciclo di esperimenti per provare a svelare i misteri del nostro satellite. Una base lunare da sfruttare come trampolino di lancio per le missioni a lunga gittata nello Spazio, quelle che guardano in direzione Marte o verso gli altri pianeti del Sistema Solare. È tutto scritto e definito nella to-do list della Nasa, che ha presentato un calendario fitto di progetti e test per i prossimi cinque anni.

Il 2019 infatti è un anno importante. Il 20 luglio segna infatti il 50° anniversario da quando Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins hanno lasciato il Mondo senza fiato con lo storico allunaggio dell’Apollo 11. Ma con quali tecnologie le agenzie spaziali si stanno preparando al prossimo sbarco sulla Luna?

 

Il cuore sostenibile della missione

«Vogliamo muoverci in maniera rapida e sostenibile»: queste le posizioni degli addetti ai lavori per i prossimi passi in direzione Luna. La missione, che prende il nome di Artemis (la gemella di Apollo nella mitologia greca) farà leva su mezzi di trasporto velocissimi e, allo stesso tempo, col minor impatto possibile dal punto di vista sia ambientale che economico.

La Nasa dispiegherà per l’occasione la sua nuova generazione di razzi, o lanciatori, i vettori che accompagnano fisicamente le navicelle spaziali nel loro allontanarsi dalla Terra attraverso l’atmosfera. Nome tecnico del progetto è Space Launch System, una serie di veicoli senza precedenti in termini di potenza e, fattore non trascurabile, capaci di “tornare a casa” e rimettersi in postazione per essere riutilizzati per nuove partenze verso lo Spazio. Se tutto andrà come previsto, i viaggi saranno completamente sostenibili entro il 2028.

 

Le navicelle del futuro

Se nel ’69 i tre membri dell’equipaggio dovevano tutto alla navicella spaziale Apollo, che li ha tenuti al sicuro nonostante gli appena sei metri cubi di spazio a disposizione del modulo di comando, gli astronauti del futuro avranno a disposizione un veicolo ben più grande e confortevole: la capsula Orion.

Si tratta del mezzo di trasporto che condurrà gli esseri umani più lontano di sempre nello Spazio, poiché sviluppato non solo per raggiungere la Luna (e ritorno), bensì anche per gli eventuali viaggi su Marte e altre destinazioni del Sistema solare. L’Agenzia americana è giunta per ora alla fase dei trial senza equipaggio. L’ultimo test, l’Ascent Abort-2, si è tenuto i primi di luglio e riguardava la prova di sicurezza per eccellenza: la possibilità di espellere il modulo dove alloggiano gli astronauti in caso di problemi nella fase di lancio (uno dei momenti più critici) e condurli in salvo. Il risultato è stato assolutamente positivo.

 

Un villaggio lunare

Quello delle agenzie spaziali oggi non è solo il sogno di assistere a un nuovo allunaggio, bensì il progetto per un soggiorno prolungato sul nostro satellite. Riuscire ad accompagnare le persone sulla Luna per abitarla, insomma, con l’obiettivo di portare avanti indagini e ricerche scientifiche a lungo termine.

Serviranno le infrastrutture e i mezzi per costruirle. Nuovi lander, cioè macchine in grado di muoversi sulla superficie del satellite, robot capaci di lavorare in autonomia (la manodopera, da quelle parti, non sarà naturalmente molta) e abitazioni sicure e confortevoli per chi sarà parte della squadra. Il tutto in un habitat privo di atmosfera (e quindi ossigeno), bombardato da potenti radiazioni e con sbalzi di temperature che non scherzano.

Come edificheremo lassù? Uno dei progetti più interessanti prevede di sfruttare la regolite, la polvere che ricopre naturalmente la superficie della Luna, come materia prima per enormi robot che, servendosi della tecnica della stampa 3D, costruiscano strato dopo strato i blocchi abitativi.

 

Dalla Luna a Marte

Non solo Luna: quello delle Agenzie spaziali è un piano che guarda ben oltre. Il nostro satellite naturale potrebbe infatti diventare una sorta di “cavia” per la messa a punto di strategie e tecnologie da impiegare nei viaggi verso altre mete, come gli altri pianeti (e rispettivi satelliti) all’interno del Sistema solare.

Ma c’è di più. La Luna potrebbe rivelarsi un utile punto di sosta per le rotte più lunghe, un vero e proprio “autogrill” spaziale. Il progetto ha già un nome: Lunar Gateway, una casa orbitante cislunare (per molti versi simile alla Stazione Spaziale Internazionale che ruota attorno alla Terra) da impiegare come laboratorio ma anche come trampolino per dirigerci verso Marte. O ancora più lontano.