Sostenibilità, un’opportunità da 8 milioni di posti di lavoro

Sostenibilità ambientale e transizione green sono le nuove sfide industriali e politiche che nei prossimi anni interesseranno l’Europa e il mondo. Ridurre le emissioni di Co2 così come previsto dalle linee strategiche contenute nel Green Deal europeo, dall’Agenda 2030 dell’ONU e dai recenti accordi di Glasgow per accelerare la lotta ai cambiamenti climatici, sono gli obiettivi sui quali puntare per lo sviluppo responsabile della Terra. Le strategie future, oltre a ridisegnare in chiave green il concetto di produzione industriale, potrebbero produrre un boom occupazionale stimato in oltre 8 milioni di nuovi lavoratori.

OCCUPAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Se da un lato la grande spinta ad innovare rischia di cancellare fette di produzioni considerate superate o non riconvertibili, dall’altro l’accelerazione verso un nuovo modo di concepire territori, ambienti e approvvigionamenti energetici creerà nuove figure professionali e nuovi ambiti specialistici dove investire, creando lavoro. Ne sono convinti gli esperti che da un recente studio pubblicato sulla rivista One Earth stimano in 8 milioni i posti di lavoro che si verrebbero a creare a livello globale grazie all’attivazione delle nuove progettualità dedicate alla sostenibilità.

NUOVI CAMPI DI SVILUPPO

Entro il 2050, data nella quale si dovrebbe giungere all’obiettivo di produrre emissioni zero, più dell’80% degli impieghi legati all’energia sarà nel settore delle rinnovabili. Secondo lo studio, a primeggiare nel settore, saranno soprattutto l’eolico e il solare settori dove si concentrerà la maggior parte dei nuovi posti di lavoro (84%) mentre altri segmenti produttivi, come il nucleare e l’energia fossile, occuperanno nuove fette di mercato con percentuali comprese fra il 5% e l’11%.

A spingere verso l’eolico e il solare anche gli accordi sanciti alla Cop26 nei quali si chiede agli Stati di “accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell’energia a carbone” e di “eliminare gradualmente” i sussidi ai combustibili fossili. La rinuncia progressiva al combustibile fossile, da un lato eliminerà milioni di posti di lavori, ma dall’altro favorirà un effetto fionda che produrrà un innalzamento occupazionale verso quei settori green e a impatto zero, come il solare e l’eolico. Grande responsabilità per la creazione di lavoro o per la loro riconversione sarà riservata alle politiche interne degli Stati, che dovranno valutare, sia a livello locale sia a livello nazionale, quali politiche adottare.

EUROPA, AMERICA E CINA

Il confronto fra Europa, America e Cina mostra come le tendenze del prossimo futuro vadano nella direzione di maggiori investimenti nelle fonti rinnovabili e nel conseguente aumento dei posti di lavoro.

I settori eolico e solare stanno avendo un boom. L’Europa nell’ultimo anno ha aumentato dell’11% le sue produzioni in energie rinnovabili incidendo sensibilmente sul mercato del lavoro, creando occupazione e sviluppo, anche se con risultati inferiori rispetto alle stime iniziali e mostrando ancora una dipendenza dal fossile rispetto al green.

L’America, invece, ha un saldo positivo e progressivo nel rapporto energia fossile-rinnovabile. Apripista degli investimenti nei nuovi campi della sostenibilità ambientale ed energetica, è riuscita ad aumentare l’occupazione, riconvertendo ed innovando anche vecchie produzioni e salvando importanti quote di posti di lavoro.

La Cina negli ultimi 20 anni ha fatto un balzo in avanti negli investimenti sul fotovoltaico mettendo in mostra la capacità di innovarsi e di incidere pesantemente sulla bilancia economica mondiale. Nonostante i massicci investimenti, la Cina subirà però la contrazione maggiore in termini occupazionali, ma possedere la maggior parte degli impianti fotovoltaici del mercato globale la aiuterà a colmare il gap in breve tempo e a recuperare quello che gli analisti definiscono come uno svantaggio momentaneo.