PIR: tutte le novità del 2019

Introdotti nel 2017, i Piani Individuali di Risparmio (PIR) sono “strumenti di investimento” a medio termine che hanno l’obiettivo di convogliare il risparmio privato nelle piccole e medie aziende italiane. Entrando più nel dettaglio, il PIR è un “contenitore fiscale” che può prendere diverse forme: fondo comune d’investimento, gestione patrimoniale, polizza assicurativa o deposito titoli.

Come funzionano i PIR

I Piani Individuali di Risparmio sono riservati alle persone fisiche: non possono essere sottoscritti da aziende e da altre persone giuridiche. Ogni piano deve essere mantenuto per almeno 5 anni, non può superare i 30.000 euro di investimento e ogni singolo risparmiatore non può investire più di 150.000 euro in questa tipologia di strumento finanziario.

Le SGR che propongono e gestiscono i PIR devono rispettare alcune limitazioni imposte dalla legge:

  • almeno il 70% dell’importo investito va diretto ad aziende con sede in Italia o a imprese domiciliate nello Spazio Economico Europeo ma con un’organizzazione stabile in Italia;
  • almeno il 30% di questa quota (il 21% del capitale totale) deve essere investito in strumenti emessi da aziende che non sono quotate nell’indice FTSE MIB di Borsa Italiana;
  • la quota investita su un singolo emittente non deve superare il 10% del totale;
  • gli strumenti liquidi come conti correnti e depositi non possono sforare il 30% in totale del capitale investito .

Il lato più vantaggioso e interessante dei PIR riguarda i vantaggi fiscali che garantiscono. Infatti, investendo nei Piani Individuali di Risparmio non si paga il 26% di imposta sul capital gain, si è esenti dalle imposte sui rendimenti e sui redditi da capitale (se si mantiene l’investimento per almeno 5 anni) e non si pagano eventuali imposte di successione.

Un esempio di PIR è Tendercapital Target Italy. (Clicca sul link per acquisire informazioni descrittive e promozionali sul fondo PIR Tendercapital Target Italy).

Le novità riguardanti i PIR

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto alcune novità riguardanti tutti i Piani Individuali di Risparmio creati a partire dal 1° gennaio 2019. Infatti, vengono aggiunte altre restrizioni riguardanti gli strumenti di investimento e le percentuali di capitale che vengono riversate sul mercato. Nella fattispecie:

  • i nuovi PIR devono investire almeno il 3,5% di quel 21% di investimento in imprese extra FTSE MIB in strumenti finanziari (quindi azioni e obbligazioni) di piccolo e medie imprese ammesse alle negoziazioni su AIM Italia con meno di 250 dipendenti e 50 milioni di ricavi.
  • un altro 3,5% deve essere investito in quote o azioni di fondi di venture capital (e non di private equity) residenti in Italia.