La Bioeconomia in Europa: un asset per crescita e sviluppo che guarda al futuro

La bioeconomia è l’insieme di tutti i settori che trattano materie prime rinnovabili di origine biologica. Un mercato che in Europa vale oltre 2.000 miliardi di euro e dà impiego a 22 milioni di persone. Ai primi posti ci sono Germania (330 miliardi di euro), Francia (288 miliardi) e Italia (260 miliardi). A rivelarlo è il rapporto annuale La bioeconomia in Europa, realizzato dalla Direzione Centro Studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec. I settori interessati e che rientrano nella strategia a favore della bioeconomia sono molti e rappresentano un ampio spettro del sistema economico europeo e nazionale. Secondo quanto analizzato dalla stessa Commissione Europea, la bioeconomia include: agricoltura, silvicoltura, pesca, alimentare, lavorazione del legno e produzione di carta a cui si sommano i comparti della chimica che utilizzano materie prime naturali e rinnovabili (biochimica), come, per esempio, i biocarburanti.

 

Le opportunità della bioeconomia

La bioeconomia è un mercato che vanta grandi potenzialità, come del resto tutto quello biotecnologico. Nel 2012, l’Unione Europea ha adottato una strategia volta a sostenere un utilizzo più sostenibile delle risorse naturali, con una diminuzione delle emissioni e una migliore salvaguardia dell’ecosistema. L’obiettivo finale della strategia è lo sviluppo della cosiddetta bioeconomia che, nella definizione della stessa Commissione Europea, è un’economia che utilizza le risorse biologiche terrestri e marine, così come i rifiuti, come input per l’alimentazione, la produzione industriale e di energia.

Come tale, la bioeconomia presenta un grande potenziale: può, infatti, sostenere la crescita economica, con la creazione di lavoro sia nelle aree agricole che industriali, ridurre la dipendenza da combustibili fossili e migliorare la sostenibilità ambientale del sistema economico.

 

Il nuovo piano Horizon

Il 22 ottobre Bruxelles annuncerà la revisione della strategia europea sulla bioeconomia. Il target è ambiziosissimo: 300 bioraffinerie in Europa entro il 2030. A oggi ne abbiamo cinquanta già attive. Verrà anche lanciato il nuovo piano Horizon Europe, figlio del predecessore Horizon 2020. Il nuovo bando stanzia 10 miliardi di euro in ricerca nei settori di agricoltura, food e sviluppo rurale. La struttura sarà simile a quella di Horizon 2020: la novità più grande riguarda il collegamento delle traiettorie dell’Unione Europea per raggiungere delle missioni che tengano conto di sviluppo sostenibile. Buone notizie, dunque per l’Italia, che è il primo paese per progetti vinti fino al 2017.

 

La strategia europea

La strategia europea è basata su tre pilastri:

Investimenti in ricerca, innovazione e competenze, sia attraverso il Settimo Programma Quadro sia attraverso i programmi Horizon.

Maggiore interazione tra le politiche e maggiore impegno delle parti in causa: la strategia prevede la creazione di una piattaforma sulla bioeconomia per aumentare le sinergie e la coerenza tra politiche, l’istituzione di un Osservatorio sulla bioeconomia, per valutare i progressi e gli impatti delle politiche, il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali attraverso una mappatura delle attività di ricerca già esistenti, lo sviluppo della cooperazione internazionale.

Acquisizione di maggiori conoscenze sullo sviluppo delle materie prime primarie e la messa a punto di una metodologia comune per la valutazione dell’impronta ecologica.