Trainata dai profondi cambiamenti demografici globali derivanti da un incremento dell’età media di oltre 20 anni nell’ultimo secolo, la silver economy sta attraversando una fase di crescita straordinaria.

Intersecando segmenti di business che spaziano dalla sanità, all’housing, alle assicurazioni, oltre che alla nutrizione e al turismo, la silver economy ha raggiunto in Europa un valore destinato a superare i 6 mila miliardi di euro entro il 2025.

In questo scenario dove il numero di adulti over 50 supera quello dei giovani sotto i 15 anni, l’Italia si presenta come un laboratorio per sperimentare i cambiamenti economici e sociali che hanno il loro fulcro nel mercato della longevità, mentre l’Europa si impegna per promuovere politiche che hanno al centro l’invecchiamento attivo.

Settori coinvolti e nuove opportunità

La silver economy abbraccia numerosi settori economici, dall’assistenza sanitaria ai servizi finanziari, dalla domotica al turismo. Le assicurazioni, in particolare, vedono prospettive di crescita straordinarie, con i premi legati agli over 60 destinati a raddoppiare nei prossimi 10-15 anni e la prospettiva di reggiungere 6-7 mila miliardi di dollari a livello globale.

Un comparto particolarmente dinamico è poi quello della ricerca scientifica sull’invecchiamento. Genomica, biotecnologie, terapie geniche e medicina rigenerativa rappresentano i nuovi orizzonti della ricerca, con investimenti previsti per oltre 100 miliardi di euro nei prossimi anni. Anche il mercato globale dei farmaci e prodotti anti-invecchiamento è in forte crescita e si stima che arriverà a raggiungere 120-150 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annuale tra il 5% e l’8%.

Il settore del senior housing alla base dell’invecchiamento attivo

Si stima che in Italia il 3% degli over75 viva da solo, mentre è ancora alta la quota degli over65 che investono ancora nell’immobile al termine della carriera lavorativa, sia utilizzando la liquidazione del Tfr che vendendo la casa di famiglia per acquistarne una più piccola e vicina ai figli o in località turistiche o paesi in cui è prevista una detassazione della pensione per chi vi trasferisce la residenza. Circa l’80% degli over75 vive poi in case che non rispondono più alle esigenze abitative tipiche della longevità mentre l’ingresso nelle RSA, nell’ultimo decennio, si è progressivamente innalzato agli 86-88 anni, ovvero quando le problematiche diventano insostenibili.

Il settore del senior housing risponde a questo contesto proponendo investimenti immobiliari in cui le abitazioni sono concepite secondo la regola delle tre “S”: servizi, sicurezza e socialità. Questi fattori sono visti come gli ingredienti fondamentali per rendere le strutture abitative pensate per i longevi luoghi che migliorano la qualità della vita e permettono un invecchiamento attivo. Attraverso servizi di assistenza sanitaria e alla persona, spazi concepiti per essere sicuri e facilitare la mobilità, ma anche facilitare l’incontro e la socializzazione, il senior housing si prefigura come una settore fondamentale per lo sviluppo del mercato immobiliare dei prossimi anni e quindi in continua crescita.

L’Italia: laboratorio mondiale della silver economy

Essendo il secondo al mondo per percentuale di popolazione anziana, il nostro paese rappresenta un osservatorio privilegiato del cambiamento sociale e economico prodotto dall’inverno demografico. Già nel 2021, il giro d’affari dei servizi e prodotti dedicati agli over 50 ha raggiunto 583 miliardi di euro, corrispondenti a quasi un terzo dell’intero PIL nazionale, mentre si prevede che gli over65, ad oggi al 23%, nel 2050 arriveranno al 35%. Questo scenario prefigura una situazione in cui circa un terzo della popolazione necessiterà di servizi specifici per la terza età e un incremento della spesa pubblica e privata dedicata alla loro assistenza.

Eppure l’inverno demografico e le trasformazioni in atto possono essere viste non come uno scenario negativo, ma come un’opportunità per ripensare prevenzione, stili di vita, tecnologie e soprattutto il mercato. Questo potrebbe adottare con un nuovo approccio che valorizzi la silver economy e vedere l’esordio dell’indice di giustizia intergenerazionale che misura lo sbilanciamento a favore dei diversi gruppi sociali in Italia e in Europa.

Poiché il futuro della popolazione è una responsabilità che chiama in causa tutti, l’Italia che, a differenza di altri paesi europei, non ha ancora un Istituto specifico dedicato all’invecchiamento sta sviluppando su questo tema il progetto Age-it, mettendo al centro la ricerca e l’innovazione.

Age-It: il progetto italiano per l’invecchiamento attivo

Age-It è il più ampio progetto europeo sull’invecchiamento attivo, finanziato dal PNRR, coinvolge 20 atenei italiani e più di 800 ricercatori. L’obiettivo è posizionare l’Italia come leader nella ricerca sull’invecchiamento, adottando un approccio olistico e multidisciplinare che studia l’invecchiamento da prospettive demografiche, biologiche, sociali e economiche.

Age-It si basa su principi innovativi che considerano l’invecchiamento come un processo dinamico, influenzato da esperienze cumulate, interconnessioni tra diverse sfere della vita e contesti geografico-storici. Il progetto affronta dieci sfide chiave, dall’analisi demografica allo studio della biologia cellulare, dai fattori clinici agli aspetti tecnologici e politici. Queste sfide sono intrecciate con la Silver Economy e con le dimensioni politiche e culturali di una società che invecchia e integrate da tre ulteriori sfide transdisciplinari: sugli interventi e le tecnologie per ridurre il peso di malattie e disabilità legate all’età anziana, sugli sviluppi tecnologici per soddisfare i nuovi bisogni dei longevi, sulla riorganizzazione e il ripensamento delle politiche legate all’invecchiamento.

L’Europa e l’invecchiamento

L’Europa ha adottato diverse politiche per affrontare l’invecchiamento della popolazione orientate allo sviluppo di un invecchiamento attivo visto come uno strumento per raggiungere l’invecchiamento in salute. Questo approccio aiuta a prolungare l’apporto produttivo delle persone anziane e a contenere le spese sanitarie, quindi apporta benefici sia agli individui sia alla società mentre mira all’affermazione dell’Unione Europea come leader globale di nuovi mercati che utilizzano la sfida sociale della longevità come un’opportunità.

I progetti più importanti sono il Partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento attivo e il Libro verde sull’invecchiamento demografico. Obiettivi del Partenariato sono migliorare la salute e la qualità della vita degli europei, in particolare degli anziani, sostenere i sistemi sanitari e di assistenza sociale, rafforzare la competitività dell’industria dell’Unione Europea. Il Libro verde, invece, vuole anticipare e rispondere alle sfide e alle opportunità dell’invecchiamento, contribuire a mantenere il più a lungo possibile una buona qualità della vita e promuovere la resilienza socioeconomica. Si concentra più concretamente sull’espansione e la diffusione di strumenti digitali per la promozione e la prevenzione della salute lungo tutto l’arco della vita. Sono suoi obiettivi l’apprendimento permanente, l’empowerment con strumenti digitali, la promozione di ambienti intelligenti, sani e rispettosi dell’età e il rafforzamento dell’economia d’argento europea e dell’ecosistema sanitario digitale. Ha inoltre adottato un approccio più collaborativo attraverso l’istituzione della piattaforma comunitaria “Vivere in modo attivo e sano nel mondo digitale”.