Il tax credit nel cinema è un investimento su un prodotto che può funzionare. E bene. Come tutti gli altri investimenti, però, è fondamentale differenziare il portafogli. Non solo. Il legislatore, oltre ad affinare la norma, deve intensificare i controlli: “In passato i furbetti presentavano una domanda al Ministero che non la controllava: e invece di investire nella cultura si convolavano lì dei soldi per non pagare le tasse”, spiega Raul-Angelo Papotti, partner dello Studio legale Chiomenti. Ora, con il decreto Franceschini, la norma è diventata più stringente. E se l’asset poteva funzionare in passato, oggi si trasforma in una vera e propria opportunità.
È ciò che è emerso nella conferenza Investimenti alle stelle. Il tax credit nel cinema come asset alternativo, organizzata da Tendercapital in occasione del Salone del risparmio lo scorso 11 aprile. Al tavolo l’attore italiano Pierfrancesco Favino, intervistato dal direttore editoriale di Condé Nast Italia Luca Dini, assieme ad Andrea Cabrini, Direttore Class CNBC, e a Raul-Angelo Papotti. “Volevamo affrontare un tema un po’ fuori dal comune per il settore, un asset che potesse essere coniugato alla cultura. Tender Capital è legato all’arte. Pensando all’arte abbiamo scelto il mondo del cinema: come coniugarlo ad un investimento? La legge sul tax credit consente di trasformare il cinema in un investimento”, racconta Moreno Zani Presidente di Tendercapital.
I rendimenti del tax credit nel cinema
Ma dal punto di vista del rischio e del rendimento, come si presenta oggi il cinema? “Dipende, per esempio film come Perfetti sconosciuti sono costati poco e hanno funzionato molto bene al botteghino. L’investitore sa che sta rischiando, ma può avere un portafogli differenziato”, commenta Favino, che da attore è passato anche alla produzione, con la pellicola Senza nessuna pietà, cominciando così a mettersi nei panni di un imprenditore, che di un film considera anche i risultati al botteghino: “Come artista non mi piace ma come imprenditore trovo sia giusto”.
Come funziona il tax credit nel cinema
Il tax credit nel cinema è un credito utilizzabile solo in compensazione da imposte. Un investitore esterno conclude una sorta contratto di associazione in partecipazione con il produttore, investe quindi nella produzione del film apportando capitale e ritraendone il ritorno dell’investimento e un extra ritorno tassato solamente all’1,2% del 30-40% dell’investimento effettuato. È insomma “un ottimo modo per incentivare un’industria del Made in Italy che genera profitto e dà occupazione”, conclude Dini.