La rapida evoluzione digitale della mobilità, sempre più autonoma e connessa, sta trasformando il modo in cui concepiamo il trasporto.
L’Italia, attraverso iniziative come il Centro Nazionale MOST e i progetti di ricerca avanzata, si posiziona come protagonista di questa trasformazione epocale.

Tutto nasce dalla sempre più immediata convergenza tra guida autonoma, connettività avanzata e infrastrutture intelligenti che dialogano fra loro e rappresentano una delle rivoluzioni tecnologiche più significative del nostro tempo. Le implicazioni sono profonde per la sicurezza stradale, la sostenibilità ambientale e l’accessibilità dei trasporti.

Sicurezza, sostenibilità e inclusività costituiscono i tre pilastri fondamentali su cui si sta costruendo il trasporto di domani, fatto di strade più sicure, aria più pulita e mobilità accessibile a tutti.
Ma la gestione dei dati che porteranno verso questo futuro oggi suscita ancora interrogativi etici ed economici.

Siamo nel tempo della mobilità cooperativa connessa e automatizzata

La Mobilità Cooperativa Connessa e Automatizzata (CCAM) rappresenta il cuore della trasformazione della mobilità.
Questa tecnologia permette ai veicoli di comunicare tra loro e con le infrastrutture stradali in tempo reale, creando un ecosistema di trasporto integrato e intelligente.

Attraverso l’approccio della CCAM non ci si limita alla semplice automazione dei veicoli: si costruisce una rete cooperativa in cui ogni elemento del sistema – veicoli, semafori, segnaletica stradale, centrale di controllo traffico – collabora per ottimizzare l’intera esperienza di mobilità.

Grazie a sensori avanzati e sistemi di gestione sofisticati, le infrastrutture intelligenti possono monitorare il traffico, gestire i flussi veicolari e fornire informazioni cruciali agli automobilisti, riducendo significativamente incidenti e congestioni e ottimizzando l’uso delle risorse stradali esistenti.

Il nuovo obiettivo della sicurezza stradale: eliminare l’errore umano

Le statistiche evidenziano che il fattore umano rimane ancora la principale causa di incidenti stradali.
Ridurre la distrazione e le manovre errate dei conducenti diventa quindi il principale obiettivo della guida autonoma, che punta a eliminare questi rischi mantenendo una vigilanza costante, non influenzata da stanchezza, distrazioni o riflessi rallentati.

Il monitoraggio continuo dell’ambiente circostante garantito dai sistemi di guida autonoma può prevenire collisioni, adattarsi alle condizioni del traffico e reagire prontamente a eventuali pericoli.
Questa capacità di risposta immediata e precisa rappresenta un salto qualitativo nella sicurezza stradale, con il potenziale di salvare migliaia di vite ogni anno.

La sostenibilità ambientale passa attraverso l’aumento dell’efficienza e la riduzione delle emissioni

Oltre alla sicurezza, i sistemi di guida autonoma migliorano l’efficienza energetica indipendentemente dal tipo di motore utilizzato.
Un esempio è l’ottimizzazione dei percorsi e la riduzione del tempo trascorso in coda, che contribuiscono a limitare il consumo di energia e le emissioni.

Anche la capacità di favorire una frenata più fluida, che riduce l’usura delle pastiglie dei freni e l’emissione di particolato, rappresenta un vantaggio particolarmente innovativo.
Inoltre, il ruolo della guida autonoma nella mobilità condivisa e nei servizi di car-sharing può contribuire significativamente a una riduzione delle auto in circolazione, migliorando la qualità dell’aria nelle aree urbane e avendo anche un impatto sociale.

Finalmente la mobilità per tutti

I servizi di car-sharing autonomo, come quelli sperimentati in alcune città italiane, anticipano un futuro in cui la proprietà dell’automobile potrebbe diventare secondaria rispetto all’accesso ai servizi di mobilità.

Secondo recenti studi, circa 129 milioni di cittadini europei vivono in aree scarsamente servite dai trasporti pubblici.
Nel Regno Unito, una persona su quattro con disabilità o anziana evita di utilizzare i mezzi pubblici a causa di problemi di accessibilità.

La guida autonoma rappresenta una soluzione concreta per colmare questo divario, offrendo opzioni di trasporto affidabili e accessibili a chi ha difficoltà negli spostamenti quotidiani.
Il sistema potrà ridurre la dipendenza dai mezzi tradizionali, creare nuove opportunità per la mobilità nelle zone rurali e migliorare significativamente la qualità della vita di milioni di persone.

Cosa succede nel mondo della ricerca italiana: il Centro Nazionale MOST

L’impegno attivo della ricerca in questo settore in Italia è rappresentato dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST), che – attraverso la collaborazione con 24 università, il CNR e 24 grandi imprese – ha la missione di incentivare e supportare lo sviluppo di soluzioni moderne, sostenibili e inclusive su tutto il territorio nazionale.

In particolare, attraverso gli Spoke 6 e 7, MOST si concentra rispettivamente su:

  • Connected and Autonomous Vehicle (Spoke 6) – guidato dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, sviluppa sistemi di guida autonoma e connessa con l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali e migliorare la sicurezza degli utenti. Un aspetto cruciale è l’addestramento del personale addetto alla gestione e manutenzione dei sistemi, tramite tecnologie come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale.
  • Mobilità Cooperativa Connessa e Automatizzata e Infrastrutture Intelligenti (Spoke 7) – coordinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, si focalizza sulla trasformazione del settore della mobilità attraverso l’adozione di tecnologie avanzate per la CCAM e la creazione di un ecosistema di trasporto avanzato, sicuro ed efficiente.

La gestione e l’utilizzo dei dati diventano una delle sfide che non si possono ignorare

In Italia, circa 18 milioni di veicoli – il 45% del parco circolante – sono già dotati di tecnologie che permettono la comunicazione tra veicolo, produttori e altre entità.

Questi veicoli generano enormi quantità di informazioni sui comportamenti di guida, sulle preferenze degli utenti e sui pattern di mobilità.
Uno scenario che invita i conducenti a diventare più consapevoli delle potenzialità delle tecnologie che usano, spesso senza rendersene conto.

Tuttavia, non esiste ancora una normativa univoca, nemmeno a livello europeo, che regoli in modo chiaro la proprietà, la privacy e l’utilizzo dei dati prodotti.
Questa mancanza rappresenta un vulnus normativo che solleva questioni etiche e morali ancora in attesa di risposte adeguate.

Un’altra sfida fondamentale riguarda l’integrazione tra tecnologie e standard differenti.
Garantire l’interoperabilità tra veicoli di produttori diversi e infrastrutture di vari fornitori, su scala europea, richiede un approccio coordinato a livello internazionale che non ha ancora trovato un percorso preciso.

Verso il nuovo paradigma della mobilità

La mobilità autonoma e connessa non rappresenta soltanto un’evoluzione tecnologica, ma una vera e propria rivoluzione che ridefinirà il nostro rapporto con il trasporto e le sue possibilità.

La strada verso la mobilità del futuro è già tracciata – e in parte percorsa – e promette un sistema più sicuro, più sostenibile e più accessibile per tutti.

Il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide tecniche, normative e sociali che comporta, mentre sarà fondamentale la collaborazione tra istituzioni di ricerca, industria e decisori politici per realizzare una transizione efficace e sostenibile, in grado di massimizzare i benefici per la società nel suo complesso.