La crisi economica ha cambiato la mappa della povertà mondiale?
by Moreno Zani

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Nello scorso mese di febbraio The World Bank ha pubblicato il report “New Estimates Reveal Drop In Extreme Poverty 2005-2010” teso a mostrarci un quadro d’insieme sulle persone che vivono in situazione di estrema povertà, ossia con meno di 1,25 $ al giorno.
L’ultimo dato disponibile al 2008 mostra che si trovavano in una situazione di indigenza 1,29 miliardi di persone, pari al 22% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo e che tale percentuale è in costante diminuzione dal 1981.
La relazione continua indicando che il 43% della popolazione di questi Paesi, 2,47 miliardi di persone, vive con meno di 2,00 $ al giorno, dato marginalmente inferiore ai 2,59 miliardi di persone che erano nella stessa situazione nel 1981.
Recenti studi confermano che la popolazione mondiale nel 2011 ha superato i 7 miliardi di persone. Si può dunque affermare che il 35% degli individui che vivono sul nostro pianeta – ovvero una persona su tre – sopravvive ancora con meno di 2,00 $ dollari al giorno, stimato per difetto.
Come sottolineato nello stesso rapporto, nei Paesi maggiormente poveri del Middle East, del Nord Africa e dell’Africa Sub-Sahariana, le statistiche non sono ancora accurate e i campioni oggetto di analisi sono ampiamente sotto il 90% delle popolazioni, con punte sotto il 50% per totale mancanza di dati.
Questi ultimi dovrebbero essere oggetto di ulteriore verifica effettuando una ponderazione con altri fattori quali la facilità di accesso all’acqua, al cibo, all’istruzione, al possesso di beni durevoli, solo per citarne alcuni.Nella tabella sotto riportata utilizzo il modello statistico implementato da World Bank per elaborare una proiezione: considerato che la soglia minima utilizzata potrebbe in effetti oggi risultare eccessivamente bassa (dati al 2008), aumentando il livello a 2,5 $ al giorno (76,00 PPP$/mo – comunque soglia di indigenza), i dati che emergono mostrano che la popolazione in situazione di estrema povertà sarebbe pari al 52% del totale della popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
Un dato non trascurabile – incremento più che proporzionale rispetto all’aumento della soglia di reddito – che ci potrebbe far dubitare sul reale miglioramento delle condizioni di vita del campione analizzato.

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