L’agricoltura 4.0 segue ormai un percorso sempre più diretto verso l’agricoltura di precisione, e con l’adozione di macchine agricole “zero emission”, Intelligenza Artificiale e la robotica, punta al risparmio di energia, carburante, acqua o fertilizzanti, come sinonimo di sostenibilità.

Le fattorie, sostenute anche dai finanziamenti del PNRR, puntano a essere sempre più autonome nella produzione dell’energia necessaria, mentre si cercano soluzioni che riducano le emissioni di combustibili fossili, ma che non abbiano effetti negativi significativi su costi di produzione, consumi, peso e durata. Intanto l’uso delle dashboard di controllo, sempre più diffuso, aiuta tutto il comparto a monitorare i consumi, ma si cercano soluzioni per la sostenibilità digitale di questi apparecchi perché anche i dati generano CO2.

Le spinte tech

Un punto di partenza importante per scoprire le nuove tendenze nel settore dell’agricoltura è Agritechnica, la fiera tematica sulle nuove agrotecnologie più grande al mondo che si svolge a Hannover con 2.812 espositori provenienti da 52 paesi, quasi mezzo milione di visitatori provenienti da 149 nazioni, e dove l’Italia è seconda solo alla Germania per numero di aziende espositrici, circa 800.

Gli agricoltori in Europa sono sempre più giovani e esperti di informatica, di sensoristica intelligente e guida di droni. Così l’agricoltura si affida sempre di più a macchine smart e a investimenti che hanno al centro l’innovazione, l’efficienza e l’intelligenza degli apparecchi.

Lo dimostra la medaglia d’oro per l’innovazione agli Agritechnica innovation awards 2023 che è andata alla mietitrebbia CR11 di New Holland, la mietitrebbia più grande al mondo e la più performante, che promette di minimizzare i tempi e i costi di raccolta ma soprattutto è equipaggiata con un sensore che permette di monitorare e analizzare il raccolto verificando il contenuto proteico, di amido, olio, e i livelli di umidità e creare mappe georeferenziate dei valori rilevati per ulteriori analisi agronomiche.

Tra le nuove soluzioni digitali per l’agricoltura sono state poi presentate trappole smart che attirano gli insetti dannosi, grazie a una fotocamera che invia le immagini in cloud poi elaborate da una intelligenza artificiale che identifica specie e numero di catture, la stampa 3D che ottimizza prototipazione e progettazione, l’elettrificazione dei motori agricoli e l’uso dell’idrogeno in fase propulsiva, infine l’automazione delle macchine agricole basata sul data management attraverso l’uso di sensoristica.

La spinta dei dati nella produttività

Gli strumenti e le tecnologie digitali affiancano sempre di più le competenze agronomiche tradizionali e contribuiscono all’acquisizione diretta di informazioni dai campi che permettono di attuare strategie sempre più mirate all’incremento della produttività.

L’intelligenza artificiale gioca quindi un ruolo chiave nella gestione dei dati mentre la robotica si presenta come un valido compagno, capace anche di sostituire l’intervento umano nei campi e automatizzare alcune delle attività più impegnative.

La nuova economia del dato trova applicazione nei progetti focalizzati sul risparmio idrico, come sta avvenendo in Provincia di Trento, dove il progetto IRRITRE prevede lo sviluppo di un sistema informativo territoriale progettato per promuovere e favorire una gestione efficiente della risorsa irrigua attraverso pratiche di irrigazione di precisione.

Mentre con il progetto AgriDataSpace la Comunità Europea mira a creare un mercato unico dei dati agricoli. Il progetto coinvolge 20 partner da 10 paesi europei e ha l’obiettivo di facilitare lo scambio, l’elaborazione e l’analisi dei dati agricoli in modo sicuro, affidabile, trasparente e responsabile. Ciò consentirà di creare nuove opportunità per il monitoraggio e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse naturali, stimolando l’innovazione basata sui dati.

Le opportunità offerte dal PNR

Gli interventi Pnrr riguardanti il settore agricolo sono molti, da ricordare oltre i contratti di filiera, il grande progetto di ricerca Agritech, un programma di investimento di 1,2 miliardi di euro finalizzato a promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore agricolo. Il progetto è coordinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e coinvolge 20 centri di ricerca pubblici e privati, distribuiti in tutte le regioni italiane.

Ma vanno segnalati anche gli aiuti ai tetti fotovoltaici, i prossimi bandi per l’agrivoltaico che concilia energia e coltivazioni e la misura “Parco Agrisolare”. Quest’ultima ha registrato un overbooking di domande, e è stata particolarmente apprezzata dalla Commissione Ue, tanto da essere rafforzata con altri 852 milioni di euro, passando così da 1,5 a 2,3 miliardi di euro.

La misura prevede la selezione e il finanziamento di interventi che consistono nell’acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività delle imprese beneficiarie. Unitamente a questa attività, possono essere eseguiti uno o più interventi complementari di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture come la rimozione e lo smaltimento dell’amianto dai tetti, la realizzazione dell’isolamento termico dei tetti e la realizzazione di un sistema di aerazione. L’impatto della misura non è solo ambientale, in quanto porta all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili senza consumo di suolo, ma anche sui budget aziendali e sulla competitività dell’intero settore, che vedono i costi energetici incidere per il 20% dei costi variabili di un’azienda agricola mentre consente un importante risparmio sui costi per autoprodurre energia.