Il settore delle aziende biotech in Italia è in continua crescita da svariati anni, come confermano i dati del report annuale steso da Assobiotec, l’Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie. Ad esempio, negli ultimi tre anni il fatturato del comparto è cresciuto del 16%, superando gli 11,5 miliardi di euro, a fronte di una crescita a livello complessivo del settore manifatturiero del 7%. E anche gli investimenti in ricerca e sviluppo sono cresciuti a doppia cifra: +17%, per un totale di oltre due miliardi. Si tratta di conseguenza di un settore da seguire con attenzione, non ultimo per chi è interessato a diversificare i propri investimenti.
Le imprese biotech
Alla fine del 2018, nel nostro Paese risultano attive 641 imprese biotech, di cui 334 a capitale italiano. Il 78% di queste sono aziende piccole o micro, mentre le grandi imprese (con almeno 250 addetti) sono il 9% del totale.
Il settore è dominato dalle imprese che si occupano di salute: rappresentano il 50% del totale, il 74% del fatturato e ricevono l’88,5% degli investimenti sul settore. Seguono quelle dedicate a industria e ambiente (29% delle imprese, il 12% del giro d’affari); le Gpta, cioè quelle che si occupano di genomica proteomica e tecnologie avanzate (12% e 1%), e le aziende impegnate in agricoltura e zootecnia (9% e 8%).
La mappa delle aziende biotecnologiche
L’80% delle imprese biotech italiano si trova nel Centro-Nord e quasi tutto il fatturato delle attività (quasi il 90%) si concentra in Lombardia, nel Lazio e in Toscana. La maggior parte delle imprese (181, ovvero il 28%), del fatturato (il 48%) e degli investimenti (il 30%) sono concentrati in Lombardia.
Focus per settore di applicazione delle biotecnologie
Il settore biotech in Italia è molto ampio e raccoglie aziende attive nello studio, nella sperimentazione e nello sviluppo di biotecnologie con ambiti di applicazione diversificati. Come sottolineano i dati, i principali mercati sono quelli della salute, dell’industria, dell’ambiente, dell’agricoltura e della zootecnia.
Gli investimenti sono molto concentrati nel settore dedicato a medicina e salute perché le imprese biotech italiane investono fortemente sulla ricerca riguardante quelle patologie che ancora non hanno terapie adeguate (ad es. l’ambito oncologico) oppure sono di crescente rilievo (come le malattie neurologiche e degenerative, a conseguenza del progressivo invecchiamento della popolazione). Non a caso, il settore biotecnologico è da qualche tempo protagonista di investimenti derivanti dalla cosiddetta Silver Economy. Grandi investimenti sono indirizzati anche verso le malattie infettive e lo sviluppo di vaccini.
In generale, da stime Intesa Sanpaolo-Assobiotec (V Rapporto sulla bioeconomia in Europa, 2019) la bioeconomia in Italia raggiunge 2 milioni di occupati e un valore della produzione di 328 miliardi di euro. Il peso sul totale delle attività economiche è in crescita (8,8% della produzione nel 2008 e 10,1% nel 2017). L’Italia è al secondo posto tra i principali Paesi europei nel settore, dopo la Spagna.