World Economic Forum 2018 a Davos: cinque key point da non dimenticare

Si è da poco concluso il World Economic Forum 2018 a Davos, in Svizzera. Sono tanti i momenti e gli spunti emersi che rimarranno nella memoria e verranno ripresi dai leader mondiali.

 

I big del tech e le tasse

Google e Facebook sono il male”, ha tuonato al World Economic Forum 2018 di Davos George Soros. Ma il filantropo non è stato l’unico a mettere i big del tech sul banco degli imputati. Del resto Google, Amazon, Facebook, Apple, più le cinesi Alibaba e Tencent, valgono in borsa 4.000 miliardi di dollari circa. Come tutte le società quotate dell’area euro. Non è dunque un caso che siano accusate di abusare del proprio potere di mercato, di creare monopoli sul mercato e dipendenze tra la gente. Alle accuse, almeno a quelle economiche, il Ceo di Google Sundar Pichai risponde: “Pagare le tasse non è un problema. L’unico ostacolo è capire come dividerle tra i paesi”.

 

America first

Donald Trump ha rubato la scena di Davos a tutti, persino a Merkel e Macron, indiscussi protagonisti delle prime giornate della kermesse. Il suo accento sul “motto” America first rieccheggia, ma il presidente ha deciso di rassicurare l’Europa e il big business: “Crediamo nel libero scambio. Siamo pronti a negoziare accordi bilaterali di cui beneficino tutti i Paesi”.

 

Annunci europei

Angela Merkel e Emmanuel Macron si sono concentrati sulla difesa delle istituzioni europee e nella rivendicazione dei valori e del significato storico dell’unione. Insieme. In antitesi con l’individualismo di Trump. Macron ha spronato i partner europei al coraggio dell’azione per costruire un’Europa forte. Non senza il nazionalismo che contraddistingue i francesi: “La Francia è tornata”, ha detto. Esortando i paesi più “lenti” a non bloccare lo sviluppo degli altri.

 

Criptovalute al vaglio dei grandi

Al World economic forum 2018 non si poteva non parlare di ciò che potrebbe rivoluzionare l’economia del futuro. Di criptovalute hanno parlato tutti i partecipanti a Davos e la direttrice generale dell’Fmi, Christine Lagarde, le ha accusate di favorire il finanziamento dell’illecito e ha dichiarato che Fmi sta monitorando il bitcoin da vicino. Accanto allo scetticismo e al timore della “bolla” c’è la fiducia nella tecnologia che li governa, la blockchain.

 

L’anno delle donne

In un forum che è sempre stato appannaggio maschile quest’anno le donne protagoniste sono state sette. A Davos hanno calcato il palco sette donne con posizioni di rilievo: la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, la premier norvegese Erna Solberg, l’amministratore delegato della Ibm Ginni Rometty, la direttrice del Cern Fabiola Gianotti, la numero uno della società energetica francese Engie, Isabelle Kocher, l’attivista indiana pro imprenditrici Chetna Sinha e il segretario generale della confederazione mondiale dei sindacati Sharan Burrow. Ma il ruolo delle donne è stato anche uno dei temi centrali del World Economic Forum 2018: Secondo il primo ministro canadese Justin Trudeau, per esempio assumere, promuovere e tenere le donne al lavoro è uno dei primi obiettivi che le aziende devono perseguire. “Dobbiamo cambiare la cultura perché le donne si sentano accolte, ma anche supportate – ha detto – La paga equa tra uomini donne è un problema da risolvere. Il Canada entro l’anno varerà una legge federale per la trasparenza sulle remunerazioni”.