Top 100, ecco i personaggi più importanti del mondo dell’arte

Pubblicate le attesissime Top 100, classifiche stilate dalla rivista inglese ArtReview e dalla tedesca Monopol che, anche per il 2022, offrono l’elenco delle personalità più potenti e influenti nel mondo dell’arte.
La tendenza ad allargare le classifiche anche a movimenti, idee ed “entità immateriali”, ha premiato nelle scorse edizioni movimenti quali Black Lives Matter e #MeToo o l’“entità immateriale” Erc-721, token della rete Ethereum. Per il 2022 raggiungono il podio il collettivo artistico indonesiano ruangrupa curatori di Documenta 15 (al 1° posto su ArtReview e al 2° su Monopol) e Cecilia Alemani (al 2° posto su ArtReview e al 4° su Monopol), curatrice della Biennale di Venezia 2022. Interessante anche la presenza in classifica delle Unions, i sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori e le loro lotte per i lavoratori dell’arte, al 3° posto nella classifica di Art Review.

IL COLLETTIVO RUANGRUPA

Fondato nel 2000 a Jakarta, il collettivo ruangrupa è stato il primo soggetto collettivo e asiatico a curare Documenta, la rassegna quinquennale di Kassel arrivata alla sua quindicesima edizione. E proprio dalla cittadina tedesca il progetto immaginato da ruangrupa ha rimesso in discussione la natura, il significato e il ruolo dell’arte nella società contemporanea chiamando a raccolta gruppi, associazioni, artisti e attivisti per lavorare sul concetto di “lumbung”, termine indonesiano che identifica il luogo dove si conserva il raccolto di riso in eccesso, per condividere fortune e sfortune con tutta la comunità senza lasciare indietro nessuno.
Nonostante il lavoro di curatela del collettivo abbia ricevuto aspre critiche, è pur vero, almeno secondo Monopol, che il loro operato ha catalizzato l’attenzione collettiva e la discussione mediatica come mai fino ad ora. Inoltre per la prima volta in assoluto la rassegna Documenta è stata curata da un gruppo di artisti e non da un curatore di professione: la scelta di ruangrupa, e il loro riconoscimento nella classifica, testimonia quindi un’interpretazione complessa del potere, che non risiede solo in gerarchie consolidate ma anche nell’immaginazione e definizione di traiettorie divergenti e non tradizionali, che riaccendono i riflettori sulla funzione sociale e politica dell’arte.

CECILIA ALEMANI

Sul podio anche la curatrice italiana Cecilia Alemani con la sua 59a Biennale di Venezia “Il latte dei sogni”, edizione che ha raggiunto la più alta presenza mai registrata alla grande manifestazione internazionale. Con una folla di visitatori da tutto il mondo, la Biennale a guida Alemani ha premiato una visione dell’arte indirizzata ad espandere il canone delle ricerche artistiche anche a progetti sottovalutati, esclusi da una storia dell’arte “elitaria” che finora aveva privilegiato un approccio più tradizionale e occidentalizzante, anche coinvolgendo maggiormente artiste e soggettività non binarie.

I SINDACATI

Non passano poi sotto silenzio le rivendicazioni delle associazioni di lavoratrici e lavoratori dell’arte: sul terzo gradino del podio di Monopol salgono le Unions e le battaglie aperte in tutto il mondo per rivendicare condizioni dignitose e pieni diritti anche per i lavoratori del settore. Settore, quello dell’arte, che sembra sperimentare uno strappo a quel costitutivo equilibrio apparente, e in realtà schizofrenico, tra posizioni di vertice, rendita e l’attuale povertà che spesso colpisce anche i lavoratori, stipendiati ma sottopagati o privi delle minime tutele.