Toccare i tasti giusti del mercato: Jon Reynolds reinventa il modo di scrivere su mobile

Da quando è stata lanciata, l’app di tastiera predittiva SwiftKey è cresciuta fino a diventare un fenomeno globale. SwiftKey sostituisce la tastiera standard con una in grado di comporre parole trascinando il dito sulle lettere, memorizzare le parole più utilizzate dall’utente e prevedere i vocaboli successivi grazie all’Intelligenza Artificiale. Il risultato? SwiftKey è su più di 300 milioni di smartphone.

Una storia tutta British
Dietro alla fortunata invenzione, c’è un ragazzo che all’epoca era appena ventenne. Adesso conta sotto di sé 145 persone, mentre SwiftKey si fregia del titolo di hottest startup di Londra (Wired) e del sesto posto nel ranking mondiale dei più innovativi business per mobile (Fast Company).

Tutto ha inizio non nella Silicon Valley, ma tra le mura universitarie di Cambridge. Jon Reynolds ha appena trovato lavoro nel servizio civile quando incontra Ben Medlock, che sta frequentando un dottorato in Intelligenza Artificiale.

La scintilla
Reynolds si guarda intorno, perché le intuizioni nascono dall’osservazione dei gesti più piccoli.

“Nel periodo nel servizio civile, durante una riunione non ho potuto fare a meno di notare un avvocato che ticchettava sui tasti del suo Blackberry. In quel momento ho realizzato che si usava ancora la tastiera qwerty, progettata in un modo quasi impossibile per quei telefoni minuscoli.

Da circostanze fortuite e da un pizzico di lungimiranza, è arrivato l’insight giusto in grado di dar vita al successo planetario.

La realizzazione

A questo punto occorre qualcuno con le competenze tecniche. Ed è proprio Ben Medlock ad avere la giusta visione per sviluppare la tecnologia dietro al testo predittivo. I due passano 18 mesi a sviluppare il sistema, prima di lanciare la versione beta nel luglio 2010.

L’importanza di coniugare osservazione e istinto

Reynolds ha mostrato a tutti come mettere insieme istinto, capacità di osservazione e interpretazione del mercato. “Spesso abbiamo intercettato il mercato nel prendere una certa direzione, e ci abbiamo visto giusto. Forse un po’ prima rispetto alle aspettative” – ammette Reynolds – “probabilmente tra vent’anni ci sarà un’altra rivoluzione, chi può dirlo?”

D’altronde è il ciclo dei cambiamenti: un continuo divenire.