Settore Automotive: ecco come sta andando il comparto

Nel 2016 il mercato è tornato a rafforzarsi dopo un graduale trend di rallentamento della crescita di auto vendute partito dal 2010, quando si era raggiunto il picco al +10%. Lo scorso anno si è chiuso con un +5% e con il superamento degli 84 milioni di veicoli venduti. In particolare, si nota un netto miglioramento dell’area Asia-Pacifico con 42 milioni di unità e una crescita del 9% circa e dell’Europa con 17,3 milioni di veicoli e un +4,8% sul 2015. Più debole la crescita gli USA con 21 milioni di auto vendute, per una crescita dell’1,7%.

Incertezze franco-germaniche
Sebbene il mercato europeo stia vivendo un trend di crescita, lo scorso febbraio c’è stato un lieve rallentamento: infatti nell’Europa dei 28 più Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) sono state vendute 1.114.443 vetture, cioè il 2,1% in più dello stesso mese nel 2016 (dati Acea, l’associazione dei costruttori europei). A prima vista sembrerebbe un buon dato, ma se lo paragoniamo al ritmo di crescita del mese di gennaio, quando il mercato era cresciuto del 10,1%, risulta evidente la frenata avvenuta nel settore. In particolare il rallentamento ha colpito con più forza la Francia (-2,9%) e la Germania (-2,6%), su cui hanno in parte anche influito le incertezze legate alla situazione macroeconomica internazionale e la politica europea.

Segnali positivi e next step
Complessivamente quindi, nei primi due mesi del 2017, le immatricolazioni sono state 2.317.717, con un incremento del 6,1% sullo stesso periodo del 2016. Da questo quadro risulta evidente come il settore stia attraversando una fase di maturità, con un importante slancio che potrebbe arrivare nel prossimo decennio dalla massiccia introduzione sul mercato di auto elettriche.

In generale, le maggiori leve che nel corso dell’anno saranno in grado di influenzare significativamente l’andamento del settore automobilistico in borsa potrebbero essere inedite e potenziali combinazioni industriali, come ad esempio le indiscrezioni riguardanti FCA: la casa italiana si è trovata al centro dell’attenzione con un ipotesi di merger prima con General Motors e successivamente con Volkswagen; o acquisizioni già ufficializzate, come l’accordo siglato dal gruppo francese Psa (Peugeot, Citroën, DS) con General Motors per l’acquisizione del marchio Opel/Vauxhall per 1,3 miliardi di euro (in aggiunta ai 900 milioni che dovrà versare nelle casse di GM per le attività finanziarie europee di quest’ultima) diventando così la seconda casa automobilistica europea; oppure ancora cambiamenti legislativi ed eventuali nuovi scandali sul fronte emissioni di CO2.

Approfondimento finanziario
Abbiamo analizzato il settore da un punto di vista di alcuni parametri finanziari fondamentali quali il livello di indebitamento, la capacità di servire il debito attraverso la generazione di flussi di cassa (free cash flow, cioè la differenza tra tutte le entrate e le uscite monetarie di un’azienda in un periodo di analisi definito), il dividendo offerto (cioè gli utili che una società decide di distribuire ai suoi azionisti) e il livello del multiplo Price Earnings (rapporto fra il prezzo corrente di un’azione al momento del calcolo dell’indicatore e l’utile atteso per ogni azione, serve ad indicare quante volte il prezzo di un titolo copre gli utili che sono o saranno generati da una società).

Le società più interessanti risultano la francese Renault, la tedesca Daimler e le americane General Motors e Ford, quest’ultime però con un minor tasso di crescita. La Renault presenta un dividendo del 3.76% circa con un multiplo P/E pari a 5,62x, inferiore alla media di settore pari a 7,53x, un free cash flow nel 2016 pari a 2,4 miliardi di euro e debito netto negativo. La Daimler paga un dividendo del 4,79% con un debito netto negativo, un multiplo P/E pari a 9,3x e una generazione di cassa negativa pari a -1,5 miliardi di euro, ma attesa positiva a 4 miliardi di euro per il 2017.

Osservando l’Italia notiamo come FCA resti l’azienda con il multiplo P/E inferiore e pari a 5,01x, scontando l’assenza del dividendo nonostante l’importante lavoro degli ultimi 24 mesi volto a ridurre l’indebitamento e accelerare la generazione di flussi di cassa, grazie anche alla probabile cessione di Magneti Marelli al colosso sudcoreano Samsung Electronics.