Sania Mirza, da ribelle a icona.

Il campo in cui gioca e si muove Sania Mirza è grande quanto l’India intera, contraddizioni comprese. Questo perché la tennista più forte nella storia del subcontinente asiatico ha superato ostacoli che farebbero venire il “braccino” anche al più tenace degli sportivi. Ha ricevuto minacce dagli integralisti islamici e da quelli indù, ha superato gravi infortuni, ha un palmares con Slam e trofei ATP ma, soprattutto, è fonte di ispirazione per tutte le donne indiane grazie alla sua storia personale.

Dalla gloria alle offese
Oltre alle vittorie in coppia con Martina Hinghis, negli ultimi anni Sania ha messo in fila ben 14 titoli WTA, tra cui Wimbledon, US e Australian Open. Se si dovesse parlar di lei sul fronte sportivo, non ci sarebbe niente di fuori dall’ordinario, a parte essere la più forte tennista indiana di tutti i tempi.

La sua fama esplode nel 2005 con la vittoria WTA di Bangalore, ma i riflettori accesi su di lei cambiano ben presto colore. A causa del suo abbigliamento in campo, infatti, Sania subisce la prima fatwa, un provvedimento religioso che sancisce ufficialmente la contrarietà di un certo comportamento rispetto alla Sharia. Prevedibilmente, questa “scomunica” scatena le ire degli integralisti islamici dell’Andhra Pradesh, il suo Stato d’origine.

Il coraggio di andare contro
La tenacia della ragazza va ben oltre le pressioni, tanto da farle guadagnare un’altra fatwa per aver dichiarato pubblicamente di essere a favore del sesso prima del matrimonio. Data la pericolosità della situazione, le viene assegnata una scorta che la accompagna – ancora una volta – a vincere, al torneo di Calcutta.

La rottura definitiva con i dettami culturali avviene nel 2010, quando decide di scappare con il capitano della squadra pakistana di cricket, mandando all’aria il matrimonio combinato per lei dalla famiglia. Considerata la difficoltà dei rapporti diplomatici tra India e Pakistan, è facile immaginare la bufera che ne consegue.

Un modello a cui ispirarsi
Oggi, con i suoi 12 milioni di follower (il triplo rispetto a Serena Williams), Sania sorride a tutto il mondo e soprattutto a tutte quelle come lei, che prima ancora di essere indiane, musulmane, mogli o madri sono prima di tutto donne.

Alle critiche, Sania replica: “Spero di essere un’ispirazione per le donne indiane, per spingerle a credere che tutto è possibile e che possono raggiungere qualsiasi obiettivo esse vogliano, se davvero lo desiderano ardentemente”. Rojit Brijnath, importante giornalista indiano, ne parla in questi termini: “È la ragazza che sta rompendo tutte le barriere sociali e culturali possibili”.

Il messaggio di Sania, alla fine, è tanto significativo quanto semplice: la vittoria è esattamente davanti ai propri occhi, se si ha il coraggio di andare oltre la rete.