È stato presentato al Senato a Roma il secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti “La sostenibilità al tempo del primato della salute”, il cui obiettivo è porre l’attenzione sulla sostenibilità sociale, intesa come l’equo accesso per tutti al benessere, con un focus sul nostro tempo di inedita emergenza sanitaria tramite le opinioni, i comportamenti e i valori degli italiani.
L’emergenza sanitaria, rileva lo studio Censis-Tendercapital, ha allargato le maglie del disagio sociale e i numeri lo dimostrano con chiarezza: 5 milioni di italiani hanno difficoltà nel mettere in tavola pasti decenti e 600mila persone si sono aggiunte ai poveri; 7,6 milioni di famiglie hanno subito un severo peggioramento del tenore di vita, a seguito di redditi decurtati, spese fisse da affrontare; 23,2 milioni hanno dovuto fronteggiare delle difficoltà con redditi familiari ridotti; 2 milioni sono già stati duramente colpiti nella prima ondata della pandemia; 9 milioni di italiani hanno integrato i redditi da familiari o banche. Oggi restare senza reddito non è più così difficile: a temerlo è il 53% delle persone a basso reddito, mentre il 42% degli italiani vede il proprio lavoro a rischio.
Dal Rapporto emerge una società in affanno, che a causa della pandemia vede ampliarsi le disparità. Così la sostenibilità sociale, che si intreccia con quella ambientale ed economica, in futuro non potrà più affidarsi al solo intervento dello Stato, ma dovrà contare sui buoni investimenti di una finanza capace di trasferire risparmi all’impatto sociale, con imprese che operano come una comunità. È significativo il fatto che l’82,3% degli italiani sia favorevole a misure che impongono la permanenza in Italia di stabilimenti e imprese che producono beni e servizi strategici come ad esempio mascherine e respiratori, essenziali durante la pandemia. Come si evince dal Rapporto, inoltre, questo interesse si accompagna al protezionismo contro i prodotti di Paesi che non rispettano le nostre regole sociali e sanitarie: a dichiararlo è l’86% degli intervistati (88,3% tra le donne e 89,2% tra chi risiede nel Nord Est).
Il Rapporto evidenzia un più ampio gender gap sul fronte del lavoro femminile, con il 34,8% delle donne che lamenta un peggioramento del proprio impiego, mentre è il 23,9% degli uomini a dire lo stesso. Ai dati sulle diverse condizioni lavorative percepite, si aggiungono quelli sull’occupazione per cui con l’emergenza sanitaria persiste, e si è aggravata ulteriormente, la penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro: infatti, nel secondo trimestre 2020, il tasso di occupazione delle donne è pari al 48,4% (-2,2% rispetto al 2019), mentre quello degli uomini arriva al 66,6% (-1,3%).
Per il Presidente del Censis, Professor Giuseppe De Rita, “la coesione sociale è un presupposto della crescita, come un buon welfare. Farli sentire con le spalle protette, per salute e futuro dei figli, è il modo migliore per rassicurare gli italiani, facendo ritrovare loro il gusto delle sfide. La pandemia ci lascerà una società impaurita, più diseguale, alla ricerca della crescita. Non sarà lo stato a debito a lenire le sofferenze, ci vorrà lo sforzo di tutti i soggetti, le imprese e i mercati”.
Secondo il Presidente di Tendercapital, Moreno Zani, “il 2020 è stato ed è tuttora un anno senza precedenti, con sfide estremamente complicate in termini sanitari ed economici. Non dobbiamo però dimenticarci delle conseguenze a livello sociale della pandemia, che rischiano di diventare davvero gravi: aumento delle disparità sociali, gender gap, paure e incertezze. Gli italiani indicano chiaramente che una società inclusiva, sostenibile, equa è la priorità del nostro tempo, con grande sensibilità sociale. Il rapporto presentato oggi evidenzia questi aspetti: con esso ci auguriamo di aver messo a disposizione un contributo utile per chi dovrà far fronte alle criticità emerse con la pandemia”.
Il Commissario del Governo all’Emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha sottolineato che “il Rapporto Censis-Tendercapital illustra chiaramente come l’emergenza sanitaria ha accentuato le disparità, mettendo al contempo in pericolo il diritto alla salute e alla vita. In tal senso, è necessario compiere ogni sforzo per garantire un livello più accettabile di sostenibilità sociale. La clausura forzata sta, inoltre, compromettendo il sistema delle relazioni che per gli individui costituiscono un arricchimento, creando un profondo disagio sociale, che amplifica la crisi economica. Il mio personale impegno e del Governo è quello di salvaguardare con massima priorità i più deboli per contribuire ad una società più sostenibile, come è evidenziato bene nella ricerca”.
“Il rapporto descrive chiaramente come la crisi sanitaria stia mettendo in luce il rischio concreto di una pesante perdita di posti di lavoro – ha dichiarato PierPaolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia – È dunque necessaria una strategia per il futuro che sarà caratterizzato da una ristrutturazione del tessuto produttivo e distributivo. È dunque fondamentale partire dalle potenzialità del nostro Paese quali la manifattura e il turismo, mettendo anche il risparmio privato a disposizione della crescita. Escludo categoricamente qualsiasi patrimoniale”.