Hybrid working, nuove opportunità per aumentare la competitività

Negli ultimi anni, soprattutto grazie alle novità introdotte per contenere il diffondersi della pandemia, il mondo del lavoro ha subito profonde trasformazioni e le aziende sono oggi alla ricerca di nuovi modelli che garantiscano produttività e work-life balance. Si muove in questa direzione la tendenza generale di dare sempre maggiore spazio al lavoro ibrido, sperimentato durante il lockdown con lo smart working e cresciuto negli anni grazie allo sviluppo costante di nuove tecnologie, il mix di lavoro in presenza e da remoto permette oggi di sperimentare tutti gli aspetti della vita lavorativa collettiva anche restando in casa.

 

STUDIO MICROSOFT

Secondo l’ultimo Work trend index di Microsoft, a livello occupazionale sta maturando una nuova visione del concetto di lavoro, consapevole della necessità di adottare una nuova scala di priorità. Flessibilità e benessere sono elementi imprescindibili nelle scelte da adottare in campo professionale e i nuovi lavoratori ne sono sempre più consapevoli. Secondo il 49% dei dirigenti aziendali la vera sfida strategica nell’era del lavoro ibrido sarà la capacità di motivare i dipendenti. Cloud, mixed reality e intelligenza artificiale hanno dato vita ad un nuovo modo di lavorare ed è proprio attraverso questi nuovi strumenti che le aziende stanno sperimentando prospettive professionali innovative per i propri dipendenti.

 

PNRR E SOSTENIBILITÀ

Per favorire questa rivoluzione lavorativa in atto, una grande opportunità per la competitività delle imprese è costituita dai fondi del PNRR. L’Italia, nazione europea che ha ottenuto i finanziamenti più cospicui fra i 27 Stati dell’Unione pari ad oltre 191 miliardi di euro, ha la possibilità di investire sul tema digital un importante volume di risorse. Le imprese, invogliate delle possibilità connesse al cambiamento in atto, sono sempre più consapevoli della necessità di curare la crescita del proprio business così come del territorio in cui operano, generando un impatto positivo non solo economico ma anche sociale e ambientale.

Sfruttare la leva digitale significa anche ridurre l’impatto ambientale delle aziende. Per invogliare quanti più soggetti economici a puntare sul digital in chiave sostenibile aziende, mondo accademico e start up ad alta innovazione puntano sempre più ad uno sviluppo comune, che attraverso il paradigma dell’Open Innovation consenta di far fronte alle sfide ambientali e sociali più urgenti, diffondendo la cultura della sostenibilità, sia in chiave ambientale che sociale, sfruttando a pieno le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica.

 

MODELLO CLOUD

Il cloud non è solo capacità tecnologica, ma anche e soprattutto un modello di business che sta modificando l’assetto di interi settori, anche in virtù di un approccio data-driven. Lo studio Eurostat “Cloud computing – statistics on the use by enterprises” ha rivelato che in Europa le imprese sono ancora tendenzialmente diffidenti verso “la nuvola”, sebbene, come per l’eCommerce, la crescita sia galoppante.

In Europa la media delle imprese che nel 2020 fa uso di tecnologie cloud è del 36% (+12% dal 2018). L’Italia si colloca al 4° posto con una penetrazione di circa il 65%, mentre le aziende che mettono data driven crescono di più rispetto alla media del loro industry di riferimento e possono aspirare ad una crescita degli utili dal 15 al 25%.

Il podio, sull’utilizzo delle tecnologie cloud spetta ai paesi nordici. In Finlandia fa ricorso a servizi cloud il 75% delle imprese, in Svezia il 70%, e in Danimarca il 67%. Dalla parte opposta e nettamente arretrate sotto questo profilo, invece, troviamo il sud-est Europa: Grecia (17%), Romania (16%) e Bulgaria (11%).

 

IL CASO PRADA

Un esempio significativo del valore strategico del cloud computing è quello del Gruppo Prada, che con oltre 13.000 dipendenti, 635 negozi, 23 stabilimenti produttivi, 5 marchi (Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe e Marchesi 1824), rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un brand del luxury conosciuto in tutto il mondo.

Il gruppo ha scelto di far leva sulla tecnologia come elemento distintivo nell’interazione con il cliente, nella gestione dei dati e nella creazione di nuovi servizi e sta ridisegnando la propria infrastruttura applicativa ponendosi diversi obiettivi: focalizzarsi sull’interazione con il cliente, investire sulla digitalizzazione della catena produttiva e logistica, valorizzare il capitale umano. In particolare ha sviluppato una solida cultura del dato e sta investendo nel Data lake sulla piattaforma cloud Microsoft Azure, per avere una base dati unica e fruibile da tutte le applicazioni di business con l’obiettivo di alimentare costantemente il patrimonio informativo e semplificare l’elaborazione di insight utili a migliorare la produttività, il servizio e l’esperienza cliente, grazie ad algoritmi predittivi e prescrittivi sempre più sofisticati.

 

SILVER CLOUD

Secondo i dati della Commissione Europea, la Silver economy nel 2025 rappresenterà il 32% del PIL dell’Ue e il 38% della sua occupazione. La domanda delle persone anziane sarà quindi centrale nel futuro economico dell’Europa. Per questo l’Unione Europea da tempo sottolinea la necessità di politiche e investimenti mirati ai bisogni degli anziani. La popolazione anziana dei prossimi anni sarà inoltre sempre più ricca, grazie al risparmio, e i senior saranno disposti a pagare per migliorare concretamente la qualità della propria vita.

L’ambito salute è certamente quello che sta interessando maggiormente i player economici, anche perché il suo sviluppo attuale è sempre più connesso all’avanzamento tecnologico. La necessità di fornire prodotti su vasta scala, così come le nuove abitudini di vita degli anziani hanno spinto il comparto digital a proporre nuove soluzioni tecnologiche concretizzatesi nel nuovo settore eHealth. L’industria dedicata alla salute propone oggi soluzioni weareable per monitorare i parametri vitali e aiutare chi presta assistenza, sviluppa nuovi software per la telemedicina e applica l’intelligenza artificiale per valutare i dati sanitari. Sembra un paradosso, eppure una popolazione che invecchia richiede sempre più tecnologia per rispondere alle nuove esigenze che pone e nuove modalità lavorative per far fronte alle necessità dei senior interconnessi.