Economia, politica e Made in Italy: gli snodi cruciali del 2017

Lo sviluppo di una previdenza integrativa moderna e universale e l’ampliamento degli strumenti di investimento per il lungo termine rappresentano due snodi fondamentali tra loro strettamente connessi e con i quali anche la politica è chiamata a confrontarsi, con intelligenza e lungimiranza. Da essi dipenderà la capacità di rispondere alla sfida più importante per la nostra economia: traghettare le possibilità di finanziamento delle imprese verso un sistema più attuale ed al passo con i tempi.

In particolare, si dovrà passare dall’attuale modello banco-centrico ad un sistema in cui un mercato dei capitali più grande e soluzioni di investimento orientate verso orizzonti temporali più ampi, siano in grado di intercettare e convogliare il risparmio delle famiglie italiane a favore del Made in Italy e della ripresa.

 

L’asset management nel passaggio dai baby boomers ai millenials

Il tema della previdenza e della gestione degli assets ad essa correlati sono argomento che tratto sin dall’università: proprio allora iniziai un lungo studio sulle strategie di investimento dei fondi pensione statunitensi, quando ancora in Italia erano presenti praticamente solo le forme di previdenza degli istituti bancari.

Già dalla metà degli anni novanta emerge il trend demografico attualmente in atto, col progressivo avvicinamento della generazione dei “baby boomers” all’età del pensionamento, l’aumento della longevità, l’insostenibilità del sistema a ripartizione, la difficile sostenibilità delle investimenti rispetto alle prestazioni da erogare. A ciò si aggiunsero le difficoltà sempre maggiori per i bilanci pubblici nel sostenere la parte previdenziale – e soprattutto la parte assistenziale – a debito della fiscalità generale, all’interno di bilanci con vincoli di stabilità sempre più stringenti.

 

I nuovi real assets del sistema previdenziale italiano

A questo proposito, è molto interessante il rapporto presentato alla Camera dei Deputati lo scorso mese di febbraio sul bilancio del sistema previdenziale italiano. In questo contesto, si inserisce oggi il tema dell’investimento in attività di lungo termine dei fondi pensione e delle casse di previdenza, affiancando o spesso sostituendo l’investimento dello Stato in quelli che vengono oggi comunemente definiti “real assets”.

Per real assets si intendono quegli investimenti che, oltre a puntare per gli investitori a ritorni positivi superiori agli investimenti in titoli governativi o simili, soddisfano un bisogno sociale. Pensiamo, per citare alcuni esempi, al settore delle residenze sanitarie per gli anziani (lungo degenza e alzheimer), alle energie rinnovabili, alle infrastrutture.

Considerando che sono e saranno sempre più i sistemi integrativi di previdenza ad essere chiamati a sostenere questi investimenti, e poiché spesso ad essi sono collegati i fondi sanitari, un tema prioritario sarà proprio nell’ambito della sanità, dove lo stato fatica a stanziare ulteriori investimenti e dove comunque il trend demografico indicato sopra ci metterà di fronte ad una serie di necessità. In quest’ottica si inserisce il decreto n. 175 del ministero dell’economia del 30 luglio 2015 dove vengono concessi dei benefici fiscali ai fondi pensione ed alle casse di previdenza che effettuino degli investimenti in un elenco di assets che il Governo considera di interesse prioritario.

 

Investimenti alternativi, opportunità e crescita dell’economia reale

Non siamo in presenza di un forte incentivo ma si tratta comunque un primo passo e sicuramente di un’indicazione chiara sulla strada e sugli obiettivi che si vogliono perseguire. Questo consente al sistema di iniziare anche quella fase di disintermediazione (positiva) da parte delle banche come unico finanziatore degli investimenti di lungo termine. È un passo importante, soprattutto in questo momento storico dove in quasi tutta l’eurozona il sistema creditizio si trova a dover affrontare il problema delle sofferenze e delle relative sistemazioni di capitale di rischio a seguito della prolungata crisi che ha colpito aziende e famiglie.

Per gli investitori, inoltre, può rappresentare, in un momento storico di tassi zero, una buona opportunità di investimento. Al tempo stesso, la complessità degli investimenti effettuati sia in forma indiretta (fondi di investimento alternativi, minibond, ecc.) sia in forma diretta con l’acquisizione degli assets, richiederanno all’investitore istituzionale un’adeguata struttura interna o esterna (advisors specializzati) per monitorare gli investimenti effettuati e i rendimenti conseguiti in queste asset class alternative. Sarà un processo lungo e che andrà accompagnato in modo ancora più forte da parte delle autorità ma che potrebbe effettivamente dare un importante contributo alla crescita del Paese.