2022 in chart: il Fondo Monetario Internazionale fotografa il primo anno post pandemia

Se il 2020 e il 2021 sono stati gli anni caratterizzati dalla pandemia da Covid-19, il 2022 sembrava l’anno della ripresa economica su scala globale ma la guerra fra Russia e Ucraina e gli effetti negativi post pandemici hanno riservato per l’anno in corso più incertezze che gioie. I numeri, o meglio i flash che hanno segnato il 2022 e che ancora incidono sui mercati economici mondiali, sono stati fotografati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha cristallizzato in pochi momenti le fasi salienti dell’anno in corso.

FMI – CHART OF THE WEEK

Inflazione, aumenti dei costi energetici, conflitto bellico, crisi alimentare, incertezza economica globale, approvvigionamenti internazionali: sono alcuni dei temi su cui il FMI si è concentrato per progettare le “pillole” settimanali, aggiornamenti con cui informa gli investitori e i mercati dei principali avvenimenti su scala globale.

Attraverso queste infografiche di natura geopolitica ed economica, il Fondo Monetario ha evidenziato i pericoli connessi alle crisi in atto contribuendo a definire un mercato globale più cauto, ed eventuali nuovi assetti geopolitici.

INFLAZIONE

La guerra ha aggravato l’aumento dei prezzi delle materie prime. L’energia e il cibo hanno contribuito ad aumentare l’inflazione unite all’aggravio dei prezzi di petrolio e gas. Questi fattori sono stati i principali motori dell’inflazione in Europa e, in misura minore, negli Stati Uniti.
Allo stato attuale il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’inflazione persisterà più a lungo del previsto: le proiezioni prevedono un tasso di inflazione 2022 del 5,7% per le economie avanzate e del 8,7% per i mercati emergenti. Solo nel 2023, rileva il FMI, questi tassi vedranno una riduzione stimata rispettivamente al 2,5% e al 6,5%.

BOOM PREZZI ALIMENTI

I prezzi delle materie prime alimentari sono aumentati di oltre il 23% nel 2022. Le maggiori incidenze si sono avute su alcuni prodotti proveniente dalla Russia e dall’Ucraina come grano e mais, per i quali i due paesi rappresentano rispettivamente il 30% e il 18% delle esportazioni mondiali. Lo stop alle esportazioni, durato mesi, ha fatto lievitare i prezzi dei prodotti grezzi e trasformati aumentando i costi per tutti i mercati, con ripercussioni economiche differenti.

Se consideriamo i costi alimentari, che rappresentano rispettivamente il 17% della spesa dei consumatori nelle economie avanzate e il 40% della spesa per i consumatori dei Paesi Terzi e del Nord Africa, salta agli occhi quanto il mercato alimentare abbia e stia incidendo pesantemente sull’economia mondiale. Questo scenario, sottolineano gli analisti del FMI, sta cambiando di fatto anche la geopolitica degli approvvigionamenti che osserva oggi con maggiore attenzione nuovi mercati, soprattutto Stati Uniti e Cina.

ENERGIA E PETROLIO 

Aumenti record anche per energia e petrolio. Il conflitto nell’Est Europa unitamente ad una forte speculazione sui mercati delle commodities origina pensati ripercussioni su tutte le economie. Una delle conseguenze più significative è lo shock provocato sul mercato delle materie prime. L’oro nero, nel 2022 ha raggiunto i 130 dollari a barile mentre il mercato energetico ha avuto dalla fine del 2021 in poi un progressivo aumento, raggiungendo cifre che affettano pesantemente soprattutto le economie dipendenti da forniture estere.

Per il FMI, grazie anche ai prossimi accordi fra Teheran e Washington, il petrolio dovrebbe continuare la sua discesa, iniziata già ad aprile scorso, arrivando a toccare quota 89 dollari a barile.  Molta incertezza invece sul mercato del gas che impatterà principalmente sull’Europa con effetti che saranno disomogenei fra Nazioni.