In vista della grande transizione demografica che sta avvenendo nel nostro Paese, che vede la crescita esponenziale degli over65, risparmiatori per eccellenza, le casse di previdenza e i fondi pensione assumono sempre di più il ruolo di investitori fondamentali per la crescita dell’economia.
E lo dimostra il fatto che dal 2023 le Casse di previdenza acquisiscono la qualifica di investitore professionale di diritto privato, così da facilitarne la partecipazione nei mercati regolamentati.
Inoltre, nel contesto di incertezza che stiamo vivendo, il ruolo dei fondi pensione li pone tra i pochi in grado di assicurare agli investitori la costruzione di un portafoglio illiquido affidabile nel medio e lungo periodo, perché anche la previdenza complementare rappresenta ormai una componente ineludibile all’interno del sistema pensionistico italiano.
Cosa sono le Casse di previdenza
Le Casse di previdenza sono Fondazioni senza scopo di lucro con finalità pubblica nate negli anni ‘90 del secolo scorso dal distacco dell’Inps. Queste sono sottoposte a Vigilanza pubblica e raccolgono i contributi di quelle che vengono chiamate “professioni liberali”, ovvero quelle la cui attività è regolamentata da un Albo e che svolgono un lavoro autonomo, indipendente e responsabile a cui è attribuita una valenza pubblica come medici, avvocati, architetti e ingegneri, per citarne alcune.
Il numero di queste Fondazioni è pari a 18 e gestiscono il futuro pensionistico di oltre un milione e settecentomila iscritti.
Se andiamo a vedere il loro patrimonio, questo ammontava a fine 2022 in circa 104 miliardi, di cui 103,7 miliardi di euro di totale attivo. Un valore che in dieci anni è quasi raddoppiato visto che nel 2011 era di 55,7 miliardi. Un altro valore in crescita è poi quello delle entrate contributive, che nel 2022 sono state di 12 miliardi a fronte di 7,7 miliardi di prestazioni erogate.
Cosa fanno nel mondo degli investimenti
Se andiamo a vedere i settori di maggiore interesse degli investimenti delle Casse, questi sono la transizione energetica ed Esg, temi che declinano il principio One health, che pone al centro il benessere del sistema a tutti i livelli.
E se tradizionalmente sono considerati un’importante voce del patrimonio di queste fondazioni quelli immobiliari, la tendenza che sta prendendo piede è quella di dismettere la proprietà diretta di immobili per virare verso investimenti diversificati e con un rapporto tra rischio e rendimento più adeguato per una Fondazione privata che deve pagare le pensioni ai propri iscritti. Ecco quindi che gran parte dei patrimoni vengono investiti nei mercati finanziari italiani e stranieri sia direttamente sia attraverso mandati a società finanziarie specializzate.
Per citare poi un altro esempio positivo, undici Casse hanno investito 1,9 miliardi nel capitale della Banca d’Italia e oggi rappresentano il secondo gruppo di investitori dopo le banche.
L’orientamento dei Fondi pensione
La Previdenza complementare è una forma di risparmio previdenziale volontario che integra la pensione obbligatoria INPS. I contributi periodici degli aderenti sono la base di investimenti il cui reddito andrà a formare la loro futura pensione integrativa.
Se per alcuni in Italia il contributo del risparmio previdenziale nel suo complesso è ancora limitato, sono anche evidenti progressi come l’aumento, negli ultimi anni, della consapevolezza e delle conoscenze da parte tanto dei finanziatori quanto dei potenziali beneficiari delle risorse ancora inutilizzate.
Un quadro ottimistico che però porta gli operatori a ricordare la necessità di un sostegno diretto fatto di incentivi adeguati. Bisognerebbe poi affrontare e risolvere il problema di frammentazione che limita l’afflusso di capitali al nostro tessuto produttivo e quindi migliorare l’allocazione domestica degli operatori di grandi dimensioni.
Come già le Casse, anche i Fondi previdenziali si stanno sempre più orientando verso gli investimenti di lungo periodo nell’economia reale italiana, e prestano sempre maggiore attenzione ai settori trainanti del sistema Paese, in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale, che tiene conto di un ciclo massivo di interventi finanziari ma anche delle dinamiche inflattive e della volatilità dei mercati.
Gli investimenti istituzionali tra vecchi e nuovi rischi
Ai vecchi e nuovi rischi si sono aggiunte alcune sfide relativamente nuove, tra cui una nuova era di bassa crescita, elevati livelli di debito pubblico, spinte alla deglobalizzazione, incertezze geopolitiche, transizione demografica e cambiamento climatico. Gestire i patrimoni istituzionali in un contesto in continua evoluzione, con picchi inflazionistici, politiche monetarie espansive a restrittive e crisi geopolitiche è sempre più complesso.
Eppure la rilevanza decisiva dell’impegno del risparmio come fattore imprescindibile di sviluppo sociale in una visione olistica, che crei effetti potenzialmente dirompenti, sia in termini di politica e di incentivi fiscali, che di disegno delle strategie di finanza dedicate allo sviluppo del Paese, rende le Casse e i Fondi di previdenza protagonisti sempre più strategici per la gestione di investimenti stabili e consistenti nel tessuto produttivo e quindi attori principali di una crescita virtuosa dell’economia e della società.