Il cinema è un comparto industriale decisivo per lo sviluppo delle politiche sostenibili e dell’economia nazionale anche in altri settori, perché rappresenta un volano per creare posti di lavoro e far crescere il Pil del Paese oltre che sviluppare il turismo nei territori.

Con la nuova Legge di Bilancio 2024, cambiano le regole del tax credit e quelle per accedere ai fondi statali oltre che agli sgravi fiscali nel cinema.

Queste regole hanno accompagnato una crescita costante del settore cinematografico soprattutto dopo la Pandemia e adesso si rinnovano per parlare, per la prima volta, di Intelligenza Artificiale e mettere al centro il ruolo degli investitori privati, chiamati a sostenere con la copertura del 40% del loro costo le produzioni che vogliono accedere ai fondi.

 

Un settore importante per l’economia nazionale

Secondo una ricerca di Cassa Depositi e Prestiti sulla filiera cinematografica e audiovisiva italiana questa è composta da oltre 9.000 imprese grazie alle quali ha generato negli ultimi anni un’occupazione diretta di oltre 65.000 persone e 114.000 occupati nelle filiere connesse.

Non stupisce quindi che il Cinema in Italia produca effetti economici e occupazionali importanti e qualificati come dimostra il calcolo per cui, per ogni euro investito nel settore cine-audiovisivo, se ne creano 3,54 in tutta l’economia italiana e la maggior parte in altri settori economici, con effetti molto positivi sulla creazione di occupazione diretta, indiretta e indotta.

Ma bisogna notare che l’impatto dell’investimento non è uguale in tutti i territori: il moltiplicatore in termini di occupazione è maggiore nel Mezzogiorno, quasi doppio. Una nota molto importante visto che il Sud è sempre svantaggiato quando si parla di numeri economici e sviluppo occupazionale.

Inoltre si configura come settore al passo con le nuove esigenze della sostenibilità perché dinamico, con elevata occupazione giovanile e femminile, oltre che veicolo di competenze digitali e linguistiche avanzate.

Se andiamo poi a vedere in Europa, il mercato italiano genera un fatturato di 13 miliardi di euro, il 10% del totale europeo, e per questo è il quarto mercato di riferimento mentre si posiziona come terzo per produttività dopo Germania e Francia.

Il cinema sostiene lo sviluppo economico anche in settori apparentemente lontani da lui come il turismo, lo dimostra lo studio del Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano, che mette in evidenza come le fruizioni di film e audiovisivo siano diventate una spinta potente del turismo giovanile e digitale mentre Federturismo Confindustria riporta in quasi 600 milioni di euro il valore lasciato sui territori dal cineturismo nazionale e internazionale.

Inoltre è oggetto di rilevanti investimenti stranieri, visto che, secondo uno studio di eMedia per ANICA e APA, il ruolo delle coproduzioni internazionali ospitate dall’Italia cresce sempre di più insieme al numero di Paesi coinvolti, ovvero del +51% nel triennio 2020-2022, mentre il valore dell’export si è moltiplicato per 3.

Tutti questi numeri ci dicono che il cinema non solo contribuisce in maniera importante alla crescita culturale della nostra società ma che è anche un fattore chiave di successo per il sistema economico italiano.

 

Che cosa cambia rispetto agli investimenti pubblici

Nella nuova Legge di Bilancio 2024 resta invariato il tetto massimo di 9 milioni destinato a un’opera italiana, ma le opere commerciali, ovvero che hanno mercato, dovranno avere in modo preventivo la copertura del 40% del costo da parte di investitori privati, mentre film provenienti da festival e start up, opere prime e seconde, avranno un accesso automatico al fondo.  Così si inaugura una nuova definizione degli investitori che potranno accedere ai finanziamenti per realizzare il loro film che mira alla qualità dei progetti e all’ottimizzazione delle risorse, non solo pubbliche.

Il 70% del fondo sarà dato in anticipo e il 30% a chiusura del progetto, per quei film definiti «piccoli e medi con problemi di liquidità», ma la novità importante riguarda il sostegno a girare storie italiane con registi e attori italiani. Per le produzioni che racconteranno storie di grandi italiani realizzate nel nostro paese è stato definito un finanziamento di 52 milioni di euro mentre le produzioni internazionali, che si sono moltiplicate grazie al tax credit, riceveranno uno sgravio che sarà maggiore se utilizzeranno attori italiani.

Per la prima volta, infine, si parla di Intelligenza Artificiale, che verrà finanziata solo riguardo alla produzione di effetti speciali. Un passaggio importante perché introduce gli ambiti in cui questa nuova tecnologia sta cambiando il cinema.

 

L’Intelligenza Artificiale e il cinema

Il legame tra tecnologia e cinema ha radici profonde, risalenti a un’epoca in cui la grafica computerizzata stava appena iniziando a farsi strada creando mondi virtuali e battaglie spaziali, ma oggi l’Intelligenza Artificiale si è inserita attivamente nell’industria cinematografica, dalle fasi della pre-produzione alla distribuzione.

Grazie alla sua capacità di ottimizzare costi e tempi, non ha più solo un ruolo nella creazione di incredibili effetti speciali come il “de-aging”, che permette l’alterazione dell’età degli attori sullo schermo, oppure la creazione di folle artificiali e la ricostruzione virtuale di luoghi storici e scene complesse, ma viene applicata quasi in ogni fase della produzione, tra cui la selezione e ottimizzazione delle sceneggiature o l’identificazione delle location più adatte e la programmazione della disponibilità degli attori.

L’intervento di questa nuova tecnologia nel settore cinematografico riguarda anche la distribuzione, in particolare lo streaming e la pubblicità per le piattaforme, dove viene considerata uno strumento per migliorare l’efficienza, ovvero ridurre i costi e aumentare la qualità delle interazioni con il pubblico.

Eppure la grande versatilità nel campo della creazione delle immagini, che ha come esempio più discusso i deepfake, ovvero le tecnologie che permettono di generare volti completamente nuovi o resuscitare artisti deceduti e chiamati a nuove performance, alimentano allo stesso tempo nuovi orizzonti creativi e interrogativi etici.

E genera perplessità e dubbi anche la sua applicazione rispetto alla produzione delle sceneggiature, che potrebbe portare alla sostituzione o al cambiamento profondo delle figure creative fino a oggi base portante del concetto stesso di cinema.

 

Gli scenari futuri

Gli introiti del box office 2023 vedono la quota delle produzioni italiane al 24%, seconda in Europa solo a quella della Francia. Risultati che incoraggiano per il futuro anche guardando ai successi che il nostro cinema ottiene all’estero.

Tutti i maggiori Festival internazionali, infatti, hanno visto l’aumento nelle selezioni ufficiali del numero di titoli italiani mentre l’Italia ha visto nominato in cinquina agli Academy Awards un proprio film. Questa è l’ultima di una lunga serie di candidature che rendono il nostro paese quello che ha vinto il maggior numero di statuette nella categoria miglior film straniero, ben 14, oltre alle decine di riconoscimenti in altre categorie.

Per un paese come il nostro, che fa della crescita sana e sostenibile uno dei suoi obiettivi, grazie al ruolo aggiornato degli investitori nella distribuzione dei fondi statali, alla crescita dell’interesse internazionale ma anche del pubblico che si fonde con le necessità delle sale e delle piattaforme di streaming, oltre che alle nuove spinte dell’Intelligenza Artificiale, il settore cinematografico si presenta con rinnovata energia come una risorsa sempre innovativa e importante, sia dal punto di vista culturale che economico, e quindi protagonista degli scenari futuri.