Per capire l’impatto che tale sistema potrebbe avere nelle nostre vite quotidiane, basti considerare quanto sia vasto e autorevole l’interesse che ha generato: già da un paio di anni, infatti, Banca d’Italia segue il fenomeno e afferma che potenzialmente la blockchain è in grado di sostituire l’affidabilità dei pubblici registri gestiti in maniera accentrata.
Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis ha auspicato che l’Europa “abbracci le opportunità della blockchain” e promesso che a breve riunirà “le autorità chiave e il settore privato per valutare la situazione a lungo termine oltre le attuali tendenze”.
Vediamo quindi nel dettaglio quali sono gli ambiti principali destinati a essere stravolti da questo protocollo, diventato famoso perché è alla base del funzionamento delle criptomonete – bitcoin in testa – e costruito come una “catena di blocchi” che fungono da certificato di fiducia su cui si possono costruire contratti, reti e sistemi di scambi trasparenti. Secondo quanto rilevato da CbInsights sarebbero trenta i settori che potrebbero utilizzarlo a partire dalle banche e dai mercati.
La blockchain al servizio della finanza
Le authority internazionali dei mercati hanno iniziato a monitorare e studiare con attenzione il potenziale della blockchain così come stanno facendo banche e imprese e anche il Parlamento italiano, dove la commissione Finanze della Camera ha avviato da metà settembre un’indagine sulla finanza tecnologica.
Secondo la Banca d’Italia con il termine blockchain si intende “un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche al fine di costruire e aggiornare un database virtuale (la blockchain) pubblico (tutti possono vederlo) e decentralizzato (ogni partecipante ha una copia dei dati)”. In parole più semplici, una sorta di libro mastro pubblico che si aggiorna automaticamente su ciascuno dei nodi che partecipano alla rete e che garantirebbero l’identità digitale di chi ha autorizzato gli scambi. Il funzionamento non è garantito da un ente centrale, ma ogni singola transazione viene validata dall’interazione di tutti i nodi.
Grazie all’utilizzo di questa tecnologia il trasferimento di denaro e i pagamenti in generale potrebbero diventare più sicuri e certificati, più veloci e meno costosi”. Con un bel risparmio per quanto riguarda i costi di trasferimento di valuta, che attualmente ammontano a circa 30 miliardi di euro l’anno.
La nuova vita delle assicurazioni
Non di sola finanza vive la blockchain: il sistema potrebbe migliorare anche il modo con cui proteggiamo la nostra vita, sin da una cosa semplice come l’RC auto. Un gruppo di compagnie assicurative (composto da Generali Global Corporate & Commercial Italia, Aig Italia e UnipolSai) e di broker (Aon e Willis Towers Watson), col supporto del centro Blockchain Distributed Ledger Technology di Capgemini Italia, ha realizzato una piattaforma per la distribuzione, condivisione e sincronizzazione dei dati di rischio in modo sicuro e efficiente. La soluzione consentirà di ottimizzare le tempistiche di negoziazione e quotazione, che potranno ridursi anche del 90%, in base alle condizioni in cui i clienti stanno guidando i loro mezzi di trasporto.
Il testamento e la carta d’identità “incatenati”
La “catena di blocchi” potrebbe essere uno strumento a tutela di documenti delicatissimi e che toccano direttamente la sfera personale, come il testamento biologico e le dichiarazioni di volontà relative ai trattamenti salvavita.
La piattaforma online chiamata Medicalchain registra direttamente sulla blockchain i referti e tutte le informazioni sulla salute dei cittadini che vogliono utilizzarla, mentre la società Spidchain si occupa di trovare soluzioni per fornire identità digitali (da utilizzare per registrarsi su diversi portali online) più sicure dal punto di vista della privacy e più portabili attraverso l’uso della tecnologia blockchain.
Il rogito si fa digitale
Il Notariato italiano, in collaborazione con Ibm, ha messo a punto il database Notarchain, una piattaforma digitale per le transazioni commerciali, in cui saranno i notai italiani, e non soggetti anonimi, che gestiranno i contenuti, garantendo “certezza, controllo e non modificabilità” di tutto quanto inserito. Qualsiasi cosa che si commercia e in cui ci possa essere un valore, e che necessiti di certezza, può finire in questo progetto, dagli immobili alle opere d’arte.
Fotografia a prova di pirati
I beni mobili ma anche la proprietà intellettuale trova un forte alleato nella nuova tecnologia. Kodak ha recentemente annunciato una collaborazione con Wenn Digital per lanciare KODAKOne, una piattaforma per la gestione dei diritti sulle immagini basata sulla blockchain. Le due aziende collaboreranno anche a KODAKCoin, una ”criptovaluta foto-centrica per dare più potere ai fotografi e alle agenzie nella gestione dei diritti sulle immagini.