La locazione era considerata un investimento “residuale” fino a pochi anni fa. Oggi invece ha aumentato la redditività e ha creato un mercato. Complice il forte incremento degli affitti brevi, un fenomeno nuovo, esploso nell’ultimo triennio. A fine 2018, si stima che in Italia, per esempio, almeno un milione di alloggi, raddoppiati in due anni, siano affittati per periodi durante l’anno che vanno da una media di 4,5 mesi a livello nazionale fino a oltre 9 mesi nelle città turistiche. Questo ovviamente riduce il mercato della locazione tradizionale e della compravendita.
Il boom di Airbnb
Le piattaforme di affitto a breve termine come Airbnb sono cresciute a dismisura negli ultimi anni. Dal suo lancio nel 2007, Airbnb è diventato un business multimiliardario, che ora offre oltre 4,5 milioni di inserzioni in oltre 190 paesi in tutto il mondo. Il nuovo modello di business si è trasformato in un’opportunità interessante per generare flussi di reddito alternativi. Tuttavia, l’aumento di popolarità ha anche portato diversi malcontenti verso questo tipo piattaforme, a causa della diminuzione della convenienza delle abitazioni, la concorrenza sleale verso altre forme di “hotelizzazione”.
La reazione dei vari Paesi
I governi locali di tutto il mondo hanno risposto in modo diverso alla regolamentazione degli affitti a breve termine. La maggior parte delle città non ha regolamentato in modo significativo queste piattaforme, ma alcune hanno messo in atto severe restrizioni. San Francisco, per esempio, impone un limite massimo di 90 giorni di affitto a breve termine all’anno e una tassa alberghiera del 14% (es. tassa di soggiorno transitoria), mentre Amsterdam impone un tetto di 30 giorni.
Il cambiamento dell’industria dell’accoglienza
Airbnb è già molto più di una piattaforma di noleggio a breve termine. La sua influenza sull’industria alberghiera non deve essere sottovalutata. Catene alberghiere internazionali come Accor e Marriott International stanno aggiungendo affitti a breve termine ai loro portafogli. Nel frattempo, le due principali agenzie di viaggio online Expedia e Booking Holdings si stanno affannando per aumentare le proprie scorte di case in affitto.
Nel 2018, dopo Accor che ha comprato nel 2016 per 148 milioni di dollari il sito di condivisione di appartamenti Onefinestay e Hyatt Hotels che ha investito nella startup di home-sharing Oasis, anche Marriott ha siglato un accordo con Hostmaker per offrire ai propri ospiti un’alternativa alla stanza nei soggiorni di breve durata.