Le obbligazioni governative degli stati europei sono legate tra di loro, oltre che dai rapporti economici e di vicinanza che hanno i Paesi in questione, anche dal confronto con i Bund tedeschi (link ad articolo sui bund) a cui vengono sottoposti. Infatti, la differenza tra i rendimenti dei titoli di Stato è diventata una misura della solidità finanziaria di un Paese e dell’intera Eurozona. Questa differenza viene chiamata spread.
Che cos’è lo spread
Il termine “spread”, che dall’inglese può essere tradotto con la parole “differenziale”, è ormai conosciuto anche dai non addetti ai lavori per l’importanza che ha avuto in Italia durante la crisi economica del 2008. Da allora, viene usato per indicare lo scarto di valore tra i Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) a 10 anni e i Bund Tedeschi a 10 anni, emessi e scambiati sul mercato secondario.
Come si calcola lo spread Btp-Bund
Lo spread è il risultato della differenza tra il tasso di rendimento dei Btp e dei Bund. Molto semplicemente, se il primo è del 3% e il secondo del 1%, lo scarto è pari al 2% ovvero a 200 punti base. Di conseguenza, lo Stato italiano dovrà pagare il 2% in più di interessi rispetto a quello tedesco per questa tipologia di titoli.
Si prende in considerazione il Bund tedesco perché la Germania è percepita come la nazione più stabile dell’Eurozona.
Perché lo spread Btp-Bund è importante
Confrontando i titoli di Stato italiano con quelli tedeschi, appunto considerati i più stabili, si ottiene un’indicazione sulla fiducia che i mercati hanno nei confronti dell’Italia. Il motivo è semplice: con l’aumentare delle vendite, cresce il rendimento dei titoli e diminuisce il loro prezzo. Se, in contemporanea, si registrano meno vendite di Bund tedeschi, ciò significa che c’è più sfiducia nei confronti dei titoli italiani e lo spread aumenta.
Ovviamente è vero anche il caso contrario, anche se meno probabile: se i titoli italiani rimangono stabili e a muoversi di più sono quelli tedeschi, si verifica comunque un aumento o una diminuzione dello spread.
Le conseguenze di uno spread alto
Le conseguenze dello spread sul deficit e sul debito pubblico dello Stato non sono immediate, ma si registrano al momento dell’emissione di Btp successiva. Infatti, se nel caso di una nuova emissione lo spread dovesse essere elevato, i nuovi titoli probabilmente si adatteranno all’andamento del mercato secondario, comportando un costo maggiore per lo Stato.
Uno spread Btp-Bund può colpire anche i conti di imprese e famiglie e non limitarsi alle casse statali. Infatti, un differenziale alto significa molto probabilmente maggiori tassi d’interesse. A soffrirne sarebbero le banche che si ritroverebbero a pagare di più per raccogliere risorse e a guadagnare di meno dai titoli di stato che possiedono, spingendole a rifarsi sui prestiti e sui mutui.
L’economia tedesca e il coronavirus
Nonostante venga considerata l’economia più stabile dell’Eurozona, la Germania non sta attraversando un buon momento a causa della pandemia di coronavirus in atto. Infatti, nel primo trimestre del 2020, l’economia tedesca ha avuto un calo del 2,2% su base congiunturale e del 2,3% tendenziale, secondo le prime stime.
Nonostante le attese degli analisti fossero leggermente più ottimistiche, si tratta del peggior calo dalla crisi del 2008, e non è destinato a fermarsi. In Germania, infatti, il lockdown è stato introdotto a metà marzo, a sole due settimane dalla chiusura del trimestre, ed è rimasto in vigore per tutto aprile, rallentando fortemente l’export e i consumi. Il PIL è quindi destinato a scendere ancora di più: si prevede una contrazione del 10% nel secondo trimestre, mentre il governo tedesco prevede per quest’anno una contrazione record del 6,3%.
In generale, i Paesi dell’euro hanno registrato una contrazione complessiva del 3,8% in questo primo trimestre. Il particolare, il PIL in Francia è calato del 5,8%, in Spagna del 5,2% e in Italia del 4,7%.