Dal 10 marzo l’Unione europea ha reso operativo il regolamento 2019/2088 in materia di sostenibilità nel settore degli strumenti finanziari (SFDR), che impone agli Stati membri di adottare una normativa più trasparente ponendo a carico dei partecipanti ai mercati finanziari e dei consulenti finanziari l’obbligo di comunicare informazioni dettagliate e coerenti in tutte le fasi, precontrattuale, contrattuale e successive, agli investitori finali.
Il Nuovo regolamento
Il nuovo regolamento dunque, mira a rendere omogenee le informazioni nei confronti di chi investe, evidenziando con chiarezza i rischi esistenti nelle attività di sostenibilità finanziaria e nella promozione dei fattori ESG (Environmental, Social e Governance) in relazione agli investimenti finanziari operati nelle diverse dimensioni ambientale, sociale e di governance. Più semplicemente, queste dimensioni permettono di selezionare e valutare in maniera appropriata gli investimenti che più rispondono a caratteristiche socialmente responsabili e affidabili, arginando i problemi connessi al greenwashing.
Nella strategia dell’Ue, il regolamento sulla finanza sostenibile fa parte di un progetto normativo più ampio, volto a creare un ecosistema integrato di regole vincolanti proprio in ambito ESG. L’obiettivo principale è rendere visibile e trasparente l’impatto sociale e ambientale che può generare un prodotto finanziario, stimolandone tutta la carica innovativa, aprendo nuove prospettive allargando l’orizzonte di attività al mercato mainstream.
Il regolamento sulla Tassonomia
Con l’approvazione del regolamento 2019/2088 ne viene ampliato un altro, quello sulla Tassonomia, un provvedimento che definisce i criteri di valutazione ecosostenibile di un’attività economica. Entrato in vigore lo scorso giugno, il regolamento Tassonomia ha lo scopo di guidare le scelte di investitori e imprese verso una crescita economica priva di impatti negativi sull’ambiente e sul clima.
La misurazione dell’effettivo impatto, che verrà esercitata, in un’ottica di reale cambiamento, attraverso le nuove norme, sposta quindi l’attenzione sull’attività degli attori finanziari, i quali stanno pertanto rivedendo gli approcci metodologici e di sviluppo generati sugli impatti prodotti dai servizi finanziari proposti e utilizzati.
L’importanza degli indicatori
La necessità principale è quella di dotarsi di indicatori che vadano a certificare l’identità di un prodotto finanziario in tutti i suoi stadi di impiego, così da rendere evidente il vantaggio competitivo tra le varie proposte di investimento, basandosi sulla valutazione di chi realmente genererà impatti positivi e misurabili a favore dello sviluppo sociale e della tutela ambientale.
Tutto ciò è in linea con l’esigenza, emersa soprattutto in questi ultimi anni, di puntare su una finanza di nuova concezione, con obiettivi e finalità utili alla collettività, rispettosi dell’ambiente e sostenibili economicamente. Una crescita di valore che con il regolamento europeo 2019/2088 acquista dinamismo, concretezza e trasparenza.