Intelligenza artificiale: la mappa geopolitica degli investimenti delle potenze globali

L’intelligenza artificiale è una delle sfide più ambiziose dei nostri tempi e il suo sviluppo porterà a rivoluzioni in diversi settori della società. È in questo scenario che si comprende lo “scontro” tra Stati, a colpi di dati e algoritmi, per acquisire la leadership in questo campo.

Quasi tutti gli studi sulle stime sono concordi nel posizionare Stati Uniti e Cina, che già da tempo hanno compreso le enormi potenzialità del settore, ai primi posti nella corsa all’IA. Le due superpotenze stanno investendo più risorse degli altri Paesi, con un’Unione Europea che prova a tenere il passo, ma che dopo la Brexit ne è uscita più indebolita. I dati che emergono dall’ultimo rapporto (quello del 6 febbraio 2020) della società di analisi Cognilytica, mostrano che, guardando la situazione più da vicino, sono diversi gli Stati che non vogliono rimanere indietro nella corsa all’intelligenza artificiale.

Stati Uniti e Cina

America e Cina sono le potenze leader nel finanziamento e nel dominio dell’IA. Se non c’erano dubbi sulla supremazia degli Usa, terra di Silicon Valley e di giganti tecnologici come Amazon, Apple, Facebook, Microsoft e Google, solo per citare i più noti, più sorprendente è il dominio della Cina. Lo Stato guidato da Xi Jinping è riuscito ad affiancarsi al colosso statunitense nel giro di pochi anni: nel 2017 la Cina si era prefissata l’obiettivo di diventare entro il 2030 un leader mondiale nell’intelligenza artificiale. Il Paese, all’avanguardia nei dispositivi di riconoscimento facciale, ha annunciato miliardi di finanziamenti per le startup, ha lanciato programmi per convincere ricercatori e ingegneri a rimanere in Cina o a trasferirsi dall’estero. L’America, però, non è stata a guardare. Secondo il rapporto Artificial Intelligence Investment Monitor di ABI Research, nel 2017 gli Stati Uniti sono stati superati dalla Cina in termini di investimenti in tecnologie di AI, ma poi hanno riconquistato il primato un anno dopo, con un totale di 9,7 miliardi di dollari investiti.

Russia

“L’intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità”. L’ammissione del leader russo, Vladimir Putin, risale al 2017, ma la presa di coscienza non si è tradotta in investimenti significativi. Solo 12 milioni di dollari sono stati spesi per la ricerca mirata all’IA. Il piano d’intervento più consistente è confluito nei sistemi di sicurezza nazionale con un processo di robotizzazione del 30% delle attrezzature militari da compiersi entro il 2025.

Confronto investimenti in IA degli Stati nel mondo (piano investimenti a partire dal 2017 in progress)

Giappone e Corea del Sud

Si dimostrano ambiziosi, puntando ad alti investimenti, sia il Giappone che la Corea del Sud. Quest’ultima spenderà 2 miliardi di dollari entro il 2022 per rafforzare la sua capacità di ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale. Il Giappone che aveva già le idee chiare nel 2017 quando pubblicò la strategia per la tecnologia di intelligenza artificiale, ha promesso entro il 2030 un uso pubblico dell’IA.

Unione Europea

Anche se con investimenti inferiori rispetto ad altre realtà del mondo, i Paesi dell’Unione europea, con differenze da regione a regione, hanno alzato il tiro. Secondo quanto riportato a febbraio dalla Commissione Ue sul Libro Bianco sull’IA, l’obiettivo di Bruxelles sarà attrarre, da ora al 2030, oltre 20 miliardi di euro di investimenti annui per l’IA. Una cifra considerevole, che risponde alla necessità di dover fare di più per poter raggiungere gli standard di altri Stati, i cui investimenti pubblici e privati sono di gran lunga superiori. Nel 2016, per fare un esempio, sono stati investiti in Europa circa 3,2 miliardi di euro nell’IA, mentre in America settentrionale se ne è spesi circa 12,1 miliardi. A differenza di altri Stati, l’Eurozona si sta concentrando sulle regole di protezione dei dati e sta ponendo attenzione sull’etica legata all’IA. Il suo punto forte sono i robot industriali o destinati a servizi personali: all’Europa si deve il 25% della produzione totale.

Regno Unito

I dati dell’Unione Europea risentono della perdita di un Paese come il Regno Unito, che si è posizionato tra i primi Stati a puntare sull’IA. Aziende, università, startup, l’Inghilterra si è circondata di realtà in prima linea sull’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, specie in ambito medico. Con l’obiettivo dichiarato di investire nei prossimi anni circa 1,3 miliardi di dollari, il Regno Unito ha mostrato in quale direzione vuole andare.

Italia

L’Italia a che punto è? Secondo la ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, sebbene il mercato dell’IA sia ancora agli albori, con investimenti di appena 85 milioni di euro nel 2018, le prospettive sono confortanti. A livello applicativo le soluzioni più diffuse sono Virtual Assistant/Chatbot, ma il principale ostacolo al decollo del settore rimane la poca consapevolezza delle imprese sulle opportunità che l’Intelligenza artificiale può offrire. Qualche dato dello studio potrebbe aiutare a comprendere: solo il 12% delle aziende intervistate ha un progetto a regime e appena l’8% è in fase di implementazione. Più consistente la percentuale di imprese che hanno in corso dei progetti (31%), o che hanno stanziato i soldi per realizzarne (21%). Infine, mentre il 19% delle imprese ascoltate ha un qualche interesse futuro nell’IA, il 9% non ne ha alcuno.