Dopo l’accordo della COP21 di Parigi e l’impegno di 195 paesi alla riduzione dei gas serra, l’attenzione verso le fonti di energia rinnovabile è sempre più importante. Il trend di conversione verso l’energia verde è ormai solidamente avviato: del resto il “re” delle fonti energetiche, il petrolio, è destinato ad esaurirsi. La transizione non sarà certamente rapida e senza difficoltà, tuttavia, con gli impegni alla decarbonizzazione già presi da Stati e istituzioni si può già prevedere che nel 2025 i veicoli elettrici saliranno a quota 30 milioni, e a più di 150 milioni nel 2040, con un notevole taglio in termini di consumi di petrolio (- 1,3 milioni di barili al giorno). Le major si stanno già mobilitando: Shell (la seconda major mondiale dopo Exxon) ha chiaramente dichiarato l’intenzione di acquisire impianti di rinnovabili. La francese Total ha acquistato la scorsa primavera Saft, produttore di batterie per immagazzinare energia solare e più o meno nello stesso periodo anche Eni ha annunciato un piano per realizzare i suoi primi megawatt in pannelli solari.
La green economy nel Paese del Sole
L’Italia non è affatto estranea a questa rivoluzione verde: nel Belpaese la crescita delle fonti rinnovabili ha portato in 10 anni il contributo rispetto al totale dei consumi dal 15 al 35,5%, con 850.000 impianti distribuiti da Nord a Sud, sia nelle aree interne sia nelle grandi città. Malgrado il rallentamento delle installazioni negli ultimi anni, l’Italia è oggi il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici e possiede alcune delle esperienze di innovazione più interessanti a livello mondiale che vedono protagonisti comunità, enti e imprese locali. Senza contare il fatto che, per un paese fortemente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento di fonti fossili, la decarbonizzazione può essere un’opportunità di rilancio dell’economia.
In 10 anni il numero di Comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili è passato da 356 a 8047: in tutti i Comuni italiani è installato almeno un impianto, con una progressione costante negli anni (3.190 nel 2008, 6.993 nel 2010, 7.970 nel 2012) e continua la diversificazione nelle varie fonti. In particolare, sono 8.045 i Comuni italiani che presentano impianti solari fotovoltaici sul proprio territorio, pari al 100% dei territori comunali presenti nel nostro Paese, per complessivi 18.960 MW.
È il momento degli investitori illuminati
Tuttavia, per quanto concerne gli investimenti nelle fonti rinnovabili, la situazione italiana non è altrettanto positiva. Nel corso del 2015 sono sì aumentate le installazioni, ma con ritmi decisamente inferiori rispetto al passato. Negli ultimi 2 anni, dopo la fine del «conto energia», si è ridotto notevolmente il numero dei nuovi impianti fotovoltaici. Nel 2015 i 305MW installati in Italia, sono meno di 1/5 delle installazioni realizzate in Germania e 1/10 di quelle inaugurate in Inghilterra. Le potenzialità di questi impianti nel Paese del Sole sono certamente notevoli e le opportunità di crescita risultano ancora decisamente importanti. Complessivamente sono oltre 686.000 gli impianti distribuiti nel territorio italiano, 35.000 in più rispetto allo scorso anno. Con oltre 24.000 GWh di energia elettrica il solare fotovoltaico è il grado di soddisfare l’8,1% dei consumi elettrici nazionali, pari al fabbisogno di oltre 9,1 milioni di famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 14,8 milioni di tonnellate di CO2.
Gli esempi virtuosi
Esempio estremamente virtuoso sono 1.420 i Comuni italiani nei quali la produzione di energia elettrica da fotovoltaico supera il fabbisogno delle famiglie residenti: per la maggior parte si tratta di piccoli Comuni, ma figurano anche città importanti come Ravenna, Foggia e Brindisi, coinvolgendo un totale di oltre 4,2 milioni di abitanti.