Corsa agli investimenti verso le stazioni spaziali. Frontiere del futuro

Le attività spaziali si stanno espandendo a livello globale con investimenti privati e attori commerciali sempre più coinvolti anche nella fase di ricerca e nello sviluppo della space economy. L’interesse per la frontiera spaziale non è mai stato così grande, tanto che i satelliti in orbita registrati nel 2022 coinvolgono oltre 80 nazioni. Le infrastrutture spaziali non offrono solo nuove opportunità di investimento, ma la possibilità di strutturare veri e proprio hub commerciali privilegiati stimolando i player a diversificare o concentrare le proprie risorse economiche nella space economy, considerata dagli analisti la frontiera economica del futuro. Turismo, ricerca e difesa sono attualmente gli asset principali di un mercato in costante evoluzione, che vede proprio nelle stazioni orbitali commerciali un’industria miliardaria tutta da costruire.

INVESTIMENTI PUBBLICI PER LO SPAZIO

Gli investimenti pubblici rappresentano la fetta più larga dei finanziamenti nelle attività spaziali, pari a circa 79 miliardi di dollari nel 2019. Gli Stati Uniti rimangono la più grande potenza spaziale, con un budget che raggiunge lo 0,2% del Pil nazionale, seguiti da Russia, Arabia Saudita e Francia (OCSE, 2019). Tuttavia, il numero di economie sviluppate e in via di sviluppo che attualmente investono nello spazio è in crescita. Molte di queste dispongono già di un ampio portafoglio di attività e progetti (ad esempio: Francia, Germania, Italia e Canada). Inoltre, nell’ultimo decennio circa 20 nuovi Paesi hanno scelto di investire in iniziative spaziali innovative e sostenere progetti privati quali la missione su Marte pianificata degli Emirati Arabi Uniti, il piccolo vettore della Nuova Zelanda, il programma di estrazione mineraria di asteroidi del Lussemburgo o la missione lunare di Israele. In Italia il settore spazio è un asset in crescita, con un ecosistema solido: 7mila impiegati, oltre 200 aziende distribuite su tutta la filiera e un fatturato di circa due miliardi di euro l’anno. Inoltre, grazie alle convenzioni siglate fra l’Agenzia spaziale italiana (per 880 milioni di euro) con quella europea (per 1,3 miliardi) è partita l’attuazione dei programmi spaziali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

FONDI PRIVATI

I dati consultabili, riferibili agli investimenti privati nella space economy, mostrano un volume d’affari inferiore rispetto a quello dei finanziamenti pubblici. Nonostante ciò, emerge chiaramente che le maggiori risorse provengano da angel e venture capital funds che investono in startup spaziali e aziende con un tasso d’investimenti fra i 3 e i 3,5 miliardi di dollari. In ascesa anche le telecomunicazioni satellitari commerciali, che hanno aperto la strada ai finanziamenti privati nel settore spaziale tramite l’azionariato e l’emissione di obbligazioni.  Se in alcuni casi, principalmente nei Paesi OCSE, gli operatori satellitari sono addirittura diventati società quotate in borsa, in altri, come in Cina, le imprese statali hanno intrapreso processi di ristrutturazione per garantire maggiore flessibilità e apertura al proprio capitale. Tuttavia, la maggior parte delle recenti società spaziali rimane finanziata privatamente, pur non essendo quotata in borsa, come ad esempio Space X o Blue Origin.

DIFESA E AEROSPAZIO

Alcune grandi imprese del settore aerospaziale e della difesa hanno dato vita a fondi di capitale di rischio per alimentare investimenti in startup operanti nello sviluppo di software, intelligenza artificiale, realtà aumentata, sensoristica e veicoli autonomi. Tra i protagonisti più attivi vi sono ad esempio HorizonX Ventures di Boeing, Lockheed Martin Ventures, Airbus Ventures, Thales Corporate Ventures e il Dassault System Venture Fund. Ma anche gli investimenti di settore ad opera di magnati sono sensibilmente aumentati negli ultimi cinque anni. L’accesso ai finanziamenti continuerà tuttavia a rappresentare una sfida per la maggior parte degli operatori del settore, siano essi nuovi o consolidati. La concorrenza internazionale tra gli operatori storici e l’avvicendarsi di nuove soluzioni tecnologiche e modelli di business continuano a caratterizzare le prospettive future di investimento, tanto che la spinta dovuta alla digitalizzazione sta già creando nuove opportunità grazie all’introduzione di processi industriali inediti ed espressamente dedicati all’industria spaziale, capaci di rivoluzionare il concetto stesso di spazio a cui siamo abituati e trasformando la ricerca spaziale in un pilastro imprescindibile della sostenibilità del futuro.