Consegne a domicilio: il futuro è in mano ai robot?

Le auto a guida autonoma che forniscono corse su richiesta non sono molto lontane dalla realtà delle nostre strade. Ma molto probabilmente i veicoli che consegnano merci, anziché persone, faranno capolino ancor prima. L’automazione, infatti, è sempre più presente nel settore del retail, in una panoramica che parte dai sistemi stazionari self service fino ai droni, passando per piccoli mezzi su ruote. Rigorosamente senza pilota. E che sono progettati per diventare sempre più rapidi, sicuri e affidabili per il recapito del nostro shopping online così come della pizza a domicilio e, perché no, anche della stessa spesa alimentare. Ma come funzionano queste macchine? Qual è il loro potenziale? E ancora, cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato futuro?

 

La tecnologia dei robot-fattorini

I nuovi sistemi per il delivery mixano proprietà meccaniche specifiche a nuove sfumature di intelligenza artificiale e robotica figlie dell’esperienza di avanguardie come i rover che scorrazzano su Marte e le self-driving car di Google.

Ideati per compiere tratte relativamente brevi, i piccoli automi su ruote sono programmati per farsi strada da soli per trasportare oggetti verso un indirizzo di arrivo preciso, indicato in fase di partenza da un operatore; un po’ come facciamo col nostro navigatore. In alternativa, è possibile reindirizzare il veicolo in tempo reale, telecomandandolo in remoto.

Procedono a passo d’uomo, più o meno a 5-6 chilometri orari e fiancheggiando i pedoni lungo i marciapiedi, le ciclabili, le aree industriali o i corridoi degli edifici, spinti da motori elettrici a batteria. Grazie a telecamere e sensori, riconoscono segnali stradali, semafori, evitano il traffico, i passanti e i possibili ostacoli lungo il tragitto. Un GPS ci dice sempre dove si trovano (e regola l’orario d’arrivo) e, per sicurezza, il contenuto – che può raggiungere anche il quintale di peso – si trova ben sigillato all’interno, e viene sbloccato dal destinatario grazie ad app, a un PIN o a comandi vocali per il riconoscimento che garantiscono contro i furti.

 

Delivery robot, un ecosistema variegato

Ma i mezzi autonomi per le consegne a domicilio non sono tutti uguali. L’esperimento più recente è quello di Nuro, una startup della Silicon Valley che ha da poco presentato al pubblico il prototipo del proprio veicolo: un piccolo suv senza finestrini né portiere (non servono, ovviamente), adatto al trasporto di buste della spesa, cibi per asporto, oggetti per l’ufficio ma anche il bucato della tintoria, pacchi regalo o fiori. E che ha appena racimolato un finanziamento di 92 milioni di dollari per provare a immetterlo sul mercato.

Altri leader del settore sono Starship Technologies, company che ha all’attivo progetti in almeno 100 città e che collabora con Wolt, startup finlandese per la consegna di cibo, e con Dominos per il recapito di pizze a domicilio. Ma anche e-Palette, che possiede il mezzo più voluminoso, grande come un van e con interni personalizzabili a seconda dell’azienda che intende impiegarlo e, ovviamente, al tipo di merce da trasportare.

E non poteva mancare Amazon. Il colosso è già operativo con i test di Prime Air, la piattaforma per il delivery attraverso velivoli senza pilota, i cosiddetti droni, coi quali recapitare pacchi entro 30 minuti a partire dal clic per l’acquisto. In più, ha da poco deposto una domanda di brevetto per un nuovo vettore su ruote, dando (se possibile) un ulteriore stimolo allo sviluppo di questi mezzi.

 

Un rapido bilancio

Per le aziende, i fattorini-robot potrebbero rappresentare un grosso vantaggio. Un mezzo piccolo, che non trasporta passeggeri, significa meno materiali di costruzione, assenza di airbag, cinture di sicurezza e comfort, fattori che comportano chiaramente una riduzione dei costi. L’utilizzo di questi veicoli si tradurrebbe inoltre in un calo del traffico cittadino e dei problemi di parcheggio.

Sulla sicurezza, il dibattito è invece più complesso. Certo non sussiste il dilemma che invece pesa sulle self driving car per il trasporto passeggeri: quello che, durante un’emergenza, costringe il robot a prendere una decisione, in particolare se mettere a rischio le persone a bordo o piuttosto un passante nel caso una delle due opzioni fosse inevitabile. Trattandosi del trasporto di merci, ovviamente, il dilemma non si pone, poiché il mezzo sarà sempre programmato per preservare a ogni costo ciò che si trova al suo esterno, non di certo l’oggetto che trasporta. Ma ciò non toglie che sussistano comunque dei rischi e molti test per la gestione di questa nuova tipologia di traffico sono ancora in corso.

C’è inoltre da chiedersi se, e quanto, il terreno dei consumatori sia fertile su questo fronte. Alla vigilia del lancio dei primi prodotti, il pubblico non sta di fatto nascondendo una certa perplessità nei confronti dei veicoli a guida autonoma, stando agli ultimi sondaggi condotti negli USA. Ciò nonostante, da tempo le previsioni anticipano che, in un futuro neanche troppo lontano, fino all’80% dei nostri acquisti verrà recapitato dai robot, sia di terra che volanti.