Carte di credito e smartphone: la nuova era dei pagamenti senza contante

Lo smartphone sta rendendo il portafoglio di cuoio obsoleto: tra una chat e un selfie, dal telefonino possiamo ormai gestire la nostra posizione bancaria attraverso l’home banking e possiamo anche pagare nei negozi senza nemmeno tirare fuori dalla tasca la carta di credito. Ecco come sta cambiando il modo di pagare in Italia e nel mondo.

 

I numeri

Il 2018 è stato un anno record per il Mobile proximity payment, cioè per i pagamenti fatti nei negozi attraverso lo smartphone, con una impennata del 650%. Nei 12 mesi, un milione di italiani ha speso in media 500 euro a testa, per un valore complessivo di 530 milioni di euro transati e 15,6 milioni di transazioni effettuate. A livello globale, invece, il segmento dell’instant payment, vale da solo oltre 1,9 miliardi di dollari e, in generale, cresce del 5% annuo.

Dati che segnano il decollo della rivoluzione digitale anche nella patria del contante, destinato a essere superato da wallet digitali e carte nel giro di cinque anni. A scattare la fotografia del mondo dei pagamenti in Italia è l’Osservatorio ‘Mobile payment & commerce della School of Management del Politecnico di Milano.

Che il contante cominci a ridursi e i pagamenti digitali a superarlo è un processo iniziato e ormai inarrestabile. Il miglior esempio in questa direzione è rappresentato oggi dalla Svezia. Quest’anno il paese scandinavo stamperà solo l’equivalente di 16 milioni di euro in valuta contante, vale a dire un decimo di quello che avrebbero stampato cinque anni fa. Tutto il denaro che non uscirà dai cancelli della zecca sarà speso con sistemi immateriali.

Dei 654 miliardi di euro spesi in Italia per beni di consumo e servizi, 337 miliardi sono pagati in contanti, mentre 220 miliardi con la carta di credito. In generale, i pagamenti innovativi crescono (+56%) e rappresentano un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta per un totale di 80 miliardi, trainati dalle transazioni di prossimità tramite carta (Contactless) o mobile (Mobile Proximity Payment). Entro il 2021, però, la cifra dei new digital payment dovrebbe arrivare a 125 miliardi di euro.

Non è quindi un caso che il più importante debutto del 2019 sul listino milanese, quello di Nexi, riguardi proprio il settore del fintech. La società di gestione dei pagamenti si è quotata sull’MTA a partire dal mese di aprile, con una capitalizzazione che vale oggi intorno ai 5,3 miliardi di euro.

 

Apple lancia la sua carta

Non è un caso se uno dei brand più innovativi, Apple, scommetta adesso sui servizi finanziari. Insieme a Goldman Sachs, e in collaborazione con Mastercard, la Mela morsicata ha appena presentato la sua carta di credito, con la quale spera di rivoluzionare il sistema. Una carta legata all’iPhone ma disponibile anche in modalità tradizionale, ovvero fisica: è in titanio con solo il nome del titolare, senza spese di gestione annuali e con un meccanismo di premialità che permette il recupero anche del 3% di quanto speso per altri acquisti.

L’exploit del settore a livello globale è fotografato anche dalle nozze tra Fidelity National Information Services (Fis) e Worldpay, matrimonio da cui è nato un colosso dei pagamenti da 12,3 miliardi di dollari di ricavi pro-forma nel 2018.

 

Le mosse dell’Europa e dei grandi player del web

Il mercato dei pagamenti immateriali è in gran fermento, al punto che persino l’Unione europea ha sentito la necessità di dotarsi di una piattaforma specifica: è stato da pochissimo pubblicato il bando per la realizzazione dell’Esmig (Eurosystem single market infrastructure gateway), una infrastruttura comunitaria attraverso cui banche e istituzioni finanziarie potranno erogare i propri servizi di pagamento digitale in modo sicuro, evitando che le transazioni si spostino al di fuori dell’eurozona.

Insieme ad Apple, altre grandi aziende tecnologiche del calibro di Facebook, Amazon, WeChat e Alipay, stanno muovendo i primi passi nel fintech potendosi avvantaggiare di piattaforme molto diffuse e adattabili a differenti utilizzi, oltre che al protocollo Ps2d, che permette l’accesso di terze parti ai dati finanziari degli utenti. I pagamenti considerati alternativi a monete e banconote presto saranno gli unici a disposizione.