Carne sintetica: il futuro delle proteine “animali”?

“I novel food sono alimenti o ingredienti nuovi. Questo concetto è stato introdotto, per differenziarli dai prodotti consumati in modo significativo prima del Regolamento CE 258 del 1997”, dice Wikipedia. Di fatto si tratta di tutti quegli alimenti o ricerche di settore che potranno forse concorrere e a salvare il genere umano dalla fame (secondo la Fao la produzione alimentare dovrà incrementare del 70% per nutrire i 2,3 miliardi in più di persone che ci saranno nel 2050) e a nutrirci in maniera più sana e completa. Perché questi cibi, oltre a essere creati ad hoc in laboratorio, additivati di potere nutrizionali (proteine, vitamine…) o preparati con qualcosa di edibile ma non ancora tollerato sono certamente più controllati e perfezionati sui nostri fabbisogni nutrizionali.

Un consumo di carne in costante crescita è uno dei problemi ambientali più importanti da affrontare nei prossimi anni. Gli allevamenti intensivi hanno un impatto negativo sul Pianeta perché sono fonte di emissione di gas ad effetto serra, mentre le grandi quantità di deiezioni da smaltire possono inquinare il terreno e le falde acquifere. Senza contare che per produrre 15 grammi di carne servono 100 grammi di proteine vegetali. Infine, l’utilizzo massiccio e talvolta disinvolto di antibiotici può essere la causa dell’insorgenza di batteri resistenti.

 

La carne sintetica

La soluzione può essere la carne sintetica che inizieremo a mangiare entro il 2021. La startup californiana Memphis Meats ha raccolto 17 milioni di dollari per completarne lo sviluppo entro quella data. Tra i finanziatori del progetto Bill Gates, Richard Branson, Kimbal Musk e realtà come Google. La carne sintetica viene creata in laboratorio attraverso un processo di estrazione e coltura delle cellule. Vengono in primis prelevati dei campioni dai tessuti muscolari di anatre, galline e mucche. Queste cellule vengono poi “coltivate” su apposite impalcature fino a formare filamenti di tessuto sufficienti a creare una polpetta o un hamburger. La fibra muscolare cresce grazie all’aggiunta di siero fetale bovino che permette alle cellule di moltiplicarsi. Una tecnica andata perfezionandosi negli anni: il primo hamburger di manzo in vitro risale al 2013. Da allora diverse imprese hanno iniziato a lavorare al progetto.

Ma qual è la resa di un “allevamento in provetta”? Da un estratto di muscolo di bovino del peso di un grammo si ottengono 10mila chili di carne di manzo: in altre parole il fattore di moltiplicazione è pari a 10 milioni (dati MosaMeat). Tradotto in numero di esemplari fa 150 capi. Per fare un hamburger “pulito” (costituito da 10 miliardi di cellule) alle condizioni attuali ci vogliono 10 settimane. Ma essendo la moltiplicazione delle cellule un processo esponenziale, per due hamburger occorrono 10 settimane più 30 ore, e appena 12 settimane per farne 100.000.

 

Carne vegetale

Le proteine vegane, poi, si stanno sempre più avvicinando alla creazione di una “carne sintetica”. L’obiettivo di Pat Brown, il biochimico dell’Università di Stanford che nel 2011 ha fondato la startup da cui è nato il “burger veg”, era creare un prodotto che avesse tutte le caratteristiche della carne vera, dal sapore al profumo, alla consistenza. Ci sono voluti cinque anni per riuscirci, durante i quali i neuroscienziati hanno stabilito per esempio l’esatto bouquet di aromi che emana il panino e la sua precisa consistenza sotto i denti: l’esperienza deve essere identica, ingannare perfettamente il cervello attraverso tutti i sensi. Il burger di “non-carne” composto al 100% da proteine di origine vegetale prodotto da Beyond Meat è realizzato al 100% da proteine di origine vegetale e ha la stessa resa e lo stesso gusto della carne bovina. La ricerca di Beyond Meat ha infatti portato alla realizzazione di una “non carne” che ha l’aspetto, il gusto, la succosità, il profumo e la consistenza della carne di mucca.

Beyond Burger ha un altissimo apporto di proteine ed è ricco di ferro quanto la carne bovina. Questo tipo di proteine è adatto sia a chi sceglie una dieta vegana sia a chi ama la carne ma vuole ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla propria salute.