Boom del proptech: come il digitale sta cambiando il mercato immobiliare

Il proptech (da property + technology), dicono gli esperti, è il nuovo fintech. La trasformazione digitale del real estate, che solo fino a qualche anno fa era considerata improbabile in un comparto così legato a logiche tradizionali, è incanalata in un percorso irreversibile. Secondo JLL, entro la fine del 2020 in tutto il mondo gli investimenti nel cosiddetto “proptech” arriveranno a 4,5 miliardi di dollari.

Il settore verrà modificato in diverse direzioni dalle nuove tecnologie. La definizione elaborata da James Dearsley, guru delle PropTech inglesi, e dal professor Andrew Baum, dell’Università di Oxford, recita: “Il proptech è una piccola parte della più ampia trasformazione digitale del settore immobiliare. Descrive un cambio di mentalità nell’industria del real estate e dei suoi utenti che riguarda l’innovazione tecnologica nell’assemblaggio dei dati, nelle transazioni e nel design di edifici e città”.

 

L’intelligenza artificiale a servizio del real estate

L’intelligenza artificiale, per esempio, è uno dei driver che sta rivoluzionando il settore immobiliare. Pensiamo all’impatto sulla logistica del Bim (Building Information Modeling) e della realtà virtuale, dove gli algoritmi sono determinanti. Questi, permettono di progettare nuovi centri logistici al passo sia con la domanda dell’industria, sia con le nuove abitudini dei consumatori. Da un lato, quindi, poli flessibili e modulabili, costruiti in partenza per quando dovranno essere smontati o riconvertiti. Dall’altro, quelli legati al cosiddetto ultimo miglio in prossimità delle città, al servizio generalmente di retailer ed e-commerce.

 

Servizi digitali per agenti

Ci sono poi i servizi digitali dedicati agli agenti immobiliari. Il colosso americano Compass, fondato nel 2012, che oggi vale 2 miliardi di dollari, per esempio è stato il primo a sviluppare un’app per dispositivi mobili per gli agenti immobiliari. Il suo immenso database di annunci è esauriente al punto da fornire, per ogni casa in vendita, non solo la richiesta di mercato, ma il valore e l’imposta catastale corrispondenti e il prezzo di compravendita dell’immobile nelle precedenti transazioni.

 

Agenzie hi-tech

Ci sono poi le agenzie “ibride”, che disintermediano la relazione tra agenti, proprietari e acquirenti. Queste utilizzano algoritmi per calcolare il valore dell’immobile e lo pubblicizzano su varie piattaforme online garantendo a venditore e acquirente commissioni molto più basse di quelle di una classica agenzia immobiliare.

Ma difficilmente si può prescindere del tutto dall’intermediazione degli esperti. Secondo Cnn Business, gli agenti immobiliari hanno rappresentato un unicum della rivoluzione digitale, riuscendo a mantenere la loro commissione del 6% negli Usa. Quello che è successo con le agenzie di viaggio non si è replicato nel real estate. Negli Stati Uniti, secondo un sondaggio della National association of realtors (Nar, che rappresenta gli agenti), l’87% dei compratori mantiene un agente e le tariffe si sono a malapena ridotte.