Addio cellulare “usa e getta”, l’Ue pronta a produrre smartphone più longevi

L’Unione Europea detta nuove regole sugli smartphone. Una direttiva la cui bozza è stata presentata dalla Commissione Europea punta a rendere l’Ue leader delle politiche rivolte alla sostenibilità, intervenendo su smart devices di uso quotidiano come i cellulari e i tablet. La proposta ha la finalità di aumentare gli attuali standard ambientali incentivando l’efficienza energetica e ancorando a questo obiettivo un modello di economia circolare che allunghi la vita di smartphone e tablet sostituendo il concetto di bene “usa e getta” con quello di conservazione e di rigenerazione.

CIRCOLARITÀ TECNOLOGICA

Alla base del piano europeo c’è la ricerca di una circolarità tecnologica il cui scopo è offrire ai consumatori prodotti che più facili da riparare e conservare. Attualmente la “vita” operativa di uno smartphone e dispositivi analoghi è di circa 3 anni, allo scadere di questo periodo il prodotto viene buttato. Il piano europeo inverte questa tendenza e punta a prodotti a lunga durabilità, incentivando le case di produzione ad investire sui ricambi e sulle componentistiche di adeguamento, come batterie, memorie interne, software e microchip. Una mossa, sostiene la Commissione europea, che da un lato tutelerà i consumatori che potranno scegliere liberamente se riparare il vecchio device o acquistarne uno nuovo e, dall’altro, aumenterà la sostenibilità ambientale.

PEZZI DI RICAMBIO E CICLO DI VITA DEI PRODOTTI

Protagonisti di questa rivoluzione green saranno i produttori di devices digitali. A loro spetterà infatti il compito di garantire pezzi di ricambio per almeno 15 componenti degli smartphone e per un periodo non inferiore ai 5 anni dalla data di immissione sul mercato. Inoltre, le batterie dovranno garantire almeno 500 ricariche complete senza danneggiarsi. Secondo gli analisti, questi interventi permetterebbero di risparmiare circa 10 milioni di tonnellate di CO2, pari alle emissioni prodotte da circa 5 milioni di automobili. Gli smartphone, inoltre, dovranno essere dotati di un’etichetta energetica, esattamente come già previsto per molti elettrodomestici.
I produttori sottolineano però che il carico delle nuove disposizioni di legge andrà a gravare sulla produzione aumentandone i costi. La possibile conseguenza, spiegano gli esperti, sarà un innalzamento dei prezzi al consumo: le aziende produttrici cercheranno di ammortizzare i nuovi costi riversandoli sui consumatori.

CASE PRODUTTRICI GREEN

Il concetto di “smartphone sostenibile” fa ormai parte delle strategie produttive e commerciali delle grandi aziende tecnologiche. Esempi evidenti sono offerti da aziende come Samsung e Apple, che da anni investono in prodotti e componentistica provenienti da economia circolare di riciclo, packaging green e prodotti a basso consumo. Inoltre i colossi del settore stanno già adottando politiche che allunghino il ciclo di vita dei loro prodotti offrendo programmi di aggiornamento software o batterie di maggiore durata e facilmente ricondizionabili. Ci troviamo di fronte ad una serie di azioni volte ad aumentare la sostenibilità dei device che, nel tempo, dovrebbero indurre anche un contenimento del numero di dispositivi prodotti e commercializzati. La proposta della Commissione si inserisce in un quadro generale di sensibilizzazione al consumo consapevole che, grazie anche alle nuove regole, dovrebbe favorire maggiore sostenibilità e politiche energetiche e di consumo volte a diminuire l’impatto ambientale.