Salute digitale, quali scenari di business?

Ormai parlare di salute non è più solo una questione di pillola e sciroppo. Le app, lo smartwatch, il tablet e tutto ciò che funziona grazie alla rete, all’intelligenza artificiale e ai dati sono infatti sempre più centrali in un settore come quello sanitario. È la rivoluzione della digital health, la salute digitale, in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione diventano la struttura sulla quale costruire le strategie per far fronte ai problemi del singolo paziente così come di un’intera popolazione.

Sta plasmando tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dalla diagnosi alla terapia, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle prestazioni sanitarie e rendere i farmaci sempre più efficaci e, se possibile, personalizzati. Ma sta dando una forma completamente nuova anche all’infrastruttura finanziaria che è “motore” della salute; a partire dalle startup, sempre più numerose nel campo, fino alle multinazionali del farmaco e ai big della tecnologia.

 

Di cosa parliamo quando parliamo di salute digitale

Telemedicina, elaborazione di big data, software per smartphone e altri dispositivi mobili, sensori, intelligenza artificiale: quando vengono messi a disposizione per aiutare i pazienti o gli operatori sanitari, dal personale clinico ai ricercatori, a gestire le malattie, o a prevenirle promuovendo stili di vita più sani, si parla di salute digitale.

Una app può aiutare a smettere di fumare, per esempio, o a seguire un’alimentazione più corretta, abbassando i rischi connessi all’ipertensione; la fotocamera dello smartphone può immortalare un segno sulla pelle e farci sapere in tempo reale se è il caso di recarci da un medico per accertamenti; un dispositivo wearable per lo sport può raccogliere informazioni importanti sulla funzione cardiaca, o quella respiratoria, e trasmetterle in tempo reale a chi segue un paziente con problemi cardiocircolatori; un sito web può convogliare informazioni e mettere in contatto pazienti con malattie rare con specialisti del settore o tra loro.

La sfera d’azione è a 360 gradi, ma i fronti più attivi sono la ricerca di strategie d’intervento su obesità e problemi gastrointestinali, diabete, disturbi del sistema nervoso, maternità e cura delle dipendenze.

 

Un grande potenziale

Le dimensioni del capitale messo a disposizione delle startup per la ricerca sul fronte della salute digitale sono ogni anno più sorprendenti. Solo nel 2018, gli investitori hanno messo sul piatto quasi otto miliardi di dollari nel settore, superando ampiamente il record dei (quasi) sei miliardi del 2017.

Ma quanto sono grandi e quanto si stanno ampliando le prospettive di business attorno a questi processi? Per il momento si tratta di un mercato che vale tra 1,8 e 1,9 miliardi di dollari con una potenziale espansione, si prevede, fino a 9 miliardi entro il 2025. Il settore B2C è in ascesa rapidissima, e conta vendite di app per smartphone e wearable device impressionanti.

 

La visione dei consumatori

Siamo pronti a tutto questo? Gli ultimi dati fanno pensare a un sì. C’è uno “slittamento” in atto, per esempio, nella percezione del ruolo dei dispositivi indossabili da semplici accessori per motivare e monitorare l’attività sportiva a veri e propri strumenti di diagnosi (questo, perlomeno, mostrano i più recenti sondaggi condotti negli Usa).

Sono sempre di più le persone che cercano di documentarsi online riguardo alle proprie condizioni di salute, idem per quanto riguarda la ricerca di un esperto per le visite mediche. In forte crescita la fiducia verso la telemedicina, soprattutto in modalità live e video.