Ritratto di George Soros, il re Sole degli hedge fund che ha iniziato la carriera come facchino

È stato eletto “Persona dell’anno 2018” dal Financial Times. Il miliardario e filantropo ungherese naturalizzato statunitense di 88 anni George Soros è stato premiato non solo per il suo grande impegno umanitario, ma soprattutto per quello che rappresenta: nella motivazione del FT si legge che Soros è “un difensore della democrazia liberale e di una società aperta”.

Ma chi è George Soros? Abbandonato il cognome ebraico Schwartz per sfuggire alla persecuzione nazista, la sua famiglia scelse di ribattezzarsi Soros, parola palindroma che in ungherese significa “successore” e in esperanto vuol dire “crescerà”. Il suo patrimonio stimato da Forbes in effetti è cresciuto negli anni fino ad arrivare a 25,2 miliardi di dollari (adesso è di 8,3 miliardi), così da renderlo negli scorsi anni uno dei trenta uomini più ricchi del mondo, ma anche tra i finanzieri più discussi. L’88enne è oggi presidente di fondi d’investimento come il Quantum Fund e la Open Society Foundations (Osf), una fondazione che si occupa di finanziare progetti sociali per lo sviluppo e la salvaguardia dei diritti umani.

 

Dalla filosofia ai fondi di investimento, passando per i souvenir turistici

La famiglia Soros scappa dall’Ungheria filosovietica nel 1947 e, una volta a Londra, George si iscrive alla London School of Economics: studia con Karl Popper, ma non disdegna lavoretti da facchino ferroviario e da cameriere. Il grande filosofo lo segnerà così a fondo che, una volta arricchitosi, Soros decide di creare una fondazione ad hoc, la Open Society, che si propone di diffondere il più possibile il modello di società aperta teorizzato proprio da lui.

Gli inizi non sono semplici nemmeno per il promettente giovane: subito dopo la laurea riesce a lavorare solo come commesso viaggiatore per un grossista di souvenir turistici delle località balneari sulla costa del Galles. Lui stesso ricorderà quella fase come il “punto più basso della mia vita”. Non si arrende e decide di insistere con la finanza perché capisce che il commercio al dettaglio non fa per lui: “Ho fatto un gran numero di lavori, finendo per vendere souvenir nei resort di mare, e ho pensato, non è proprio quello che so fare meglio. Così ho scritto a tutti i direttori di tutte le banche commerciali di Londra, ricevendo solo una o due risposte, e alla fine è così che ho avuto un lavoro in una banca commerciale”.

È il 1954 e Soros ottiene il primo impiego nella banca d’affari londinese Singer & Friedlander. Due anni dopo si trasferisce negli Stati Uniti dove può contare su una ambita specializzazione sui mercati europei. In questo decennio Soros riflette sulla teoria della riflessività di Popper e riesce ad applicarla ai mercati finanziari. Nel 1969, insieme al socio Jim Rogers, fonda l’hedge fund Double Eagle, con quattro milioni di dollari di capitale degli investitori e 250mila dollari personali: sarà il primo mattone della sua fortuna, la base del suo Quantum Fund. Solo nel 2013 il fondo ha realizzato 5,5 miliardi di dollari, diventando l’hedge fund di maggior successo nella storia. Basti considerare che dal 1973 ha generato 40 miliardi di dollari.

 

Dalla finanza alla filantropia

In seguito a un’operazione di hacking nel 2016 contro la sua fondazione Open Society, migliaia di file sensibili relativi alle attività gestite o finanziate con soldi di Soros sono stati trafugati e caricati in rete. L’accusa è di avere pilotato campagne elettorali, fondazioni umanitarie, rivoluzioni negli ultimi 25 anni. In diretta alla Cnn, lo stesso George Soros ha ammesso di aver finanziato la rivoluzione colorata di piazza Maidan, in Ucraina, per “favorire l’insediamento di una giunta amica degli Stati Uniti”. Ha inoltre affermato di aver operato in maniera simile durante le rivoluzioni in Georgia, Kirghizistan, Myanmar e Iran.

Interpretazioni e teorie del complotto che al momento si arrestano dietro un dato oggettivo: il progressivo disimpegno di Soros dalla finanza a partire dall’ottobre 2017 quando trasferisce 18 miliardi di dollari alla sua Open Society Foundation, facendola diventare la seconda organizzazione filantropica degli Stati Uniti, dietro alla Bill and Melinda Gates Foundation.