Fondi comuni di investimento

Definizione e caratteristiche

 

I fondi comuni di investimento sono strumenti finanziari utilizzati per raccogliere il denaro di più risparmiatori e investirlo, come un unico patrimonio, in attività finanziarie (azioni, obbligazioni, titoli di stato, ecc.), con l’obiettivo di ridurre i rischi e aumentare il guadagno.

 

Sono suddivisi in tante parti, dette quote, che vengono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti.

 

Fondi comuni di investimento

 

Costituzione e funzionamento

 

Indipendentemente dal tipo di fondo comune, tutti i risparmiatori che partecipano hanno gli stessi diritti: i guadagni o le perdite sono in proporzione a quanto investito, o meglio, in proporzione al numero di quote in possesso.

 

Chi gestisce i fondi

 

Tre sono i principali soggetti che partecipano in un fondo comune di investimento:

  • gli investitori, detti anche fondisti: sono i risparmiatori che investono nelle attività del fondo acquisendone quote tramite i propri capitali;
  • la Società di Gestione del Risparmio (SGR), che ha la funzione di avviare il fondo stesso, di stabilirne il regolamento e di gestirne il portafoglio;
  • la banca depositaria, che custodisce i titoli tenendo in cassa le disponibilità liquide. La banche hanno inoltre un ruolo di controllo.

 

Vigilanza

 

La vigilanza sulle Società di Gestione del Risparmio è esercitata da:

  • la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), che vigila sulla correttezza dell’operato della SGR e dei soggetti incaricati del collocamento. Inoltre, approva i “prospetti informativi” che devono essere consegnati ai risparmiatori;
  • la Banca d’Italia, che autorizza l’attività alle SGR, approva il “Regolamento di Gestione dei fondi comuni” e vigila sull’operato della Banca depositaria.

 

Documentazione del fondo

 

Parte principale della documentazione di un fondo comune di investimento è il prospetto informativo, ovvero il documento che la Società di Gestione deve obbligatoriamente redigere e consegnare agli investitori.
Il prospetto si compone di:

  • una Parte Prima, che contiene informazioni sulla natura giuridica del fondo e sulle funzioni della banca depositaria, i dati relativi alle caratteristiche del fondo e alle modalità di partecipazione. Qui si trovano l’obiettivo d’investimento, la strategia di gestione, i rischi associati all’investimento, i costi, il benchmark, le modalità di sottoscrizione e rimborso, l’informativa sul regime fiscale;
  • una Parte Seconda, che presenta il confronto tra i rendimenti storici del fondo e del benchmark su diversi periodi;
  • una Parte Terza, ovvero il Modulo di Sottoscrizione.

 

fondi comuni di investimento

 

Tipologie

 

Classificazione

 

I fondi comuni di investimento possono essere classificati sulla base di molti parametri differenti.

 

Una prima distinzione riguarda come vengono distribuiti i profitti:

  • fondi a distribuzione dei proventi, in cui le eventuali plusvalenze possono essere accreditate – in parte o interamente – sul conto corrente del risparmiatore sotto forma di “cedola” semestrale o annuale;
  • fondi ad accumulazione dei proventi, in cui i guadagni rimangono all’interno del fondo e vengono accreditati al risparmiatore al momento della vendita delle quote.

 

I fondi comuni si dividono anche tra fondi chiusi e fondi aperti, come vuole il Regolamento del Ministero del Tesoro (D.M. 228/1999):

  • i fondi chiusi prevedono il rimborso (da parte della SGR che lo ha istituito) delle quote sottoscritte solo in periodi determinati. Chi vuole liquidare il proprio investimento lo può quindi fare esclusivamente vendendo le quote sul mercato.
  • i fondi aperti sono caratterizzati dalla variabilità del patrimonio (che può quindi di giorno in giorno aumentare o diminuire in funzione delle nuove sottoscrizioni o delle domande di rimborso delle quote in circolazione) e rappresentano la forma più diffusa di fondo.

 

Ma i fondi vengono divisi in diverse tipologie anche sulla base del tipo di investimento, della durata e delle modalità di accreditamento del profitto.
I fondi hanno inoltre profili di rischio più o meno elevato: occorre quindi sempre affidarsi a operatori specializzati prima di sottoscrivere una partecipazione in un fondo.

 

Fondi immobiliari

 

I fondi immobiliari sono fondi chiusi utilizzati per investire in specifici beni, in prevalenza a carattere immobiliare. I gestori di questo tipo di fondo, infatti, sono obbligati a utilizzare almeno due terzi del patrimonio in operazioni sul mercato immobiliare.

 

Fondi alternativi

 

Sono fondi con un portafoglio che non comprende gli strumenti più tradizionali, come liquidità, azioni e obbligazioni. I fondi alternativi solitamente vengono utilizzati da investitori istituzionali e da privati con molta liquidità poiché, pur essendo caratterizzati da un potenziale di rendimento alto, sono anche soggetti a un rischio alto.

 

Fondi speculativi (hedge fund)

 

Gli hedge fund si caratterizzano per la strategia di gestione adottata, poiché utilizzano particolari strategie di copertura e non hanno vincoli riguardanti l’oggetto dell’investimento. La partecipazione al fondo è in genere riservata a investitori istituzionali, qualificati, o risparmiatori con disponibilità patrimoniali consistenti. Spesso gli hedge fund prevedono dei periodi di immobilizzo pari anche ad un anno e oltre.

 

Fondi di fondi

 

Sono fondi comuni il cui portafoglio è costituito non da titoli, ma da quote di altri fondi. Potendo investire anche in quote di hedge funds, i fondi di fondi costituiscono per il piccolo risparmiatore un accesso diretto a questi ultimi, aggirando così le elevate soglie di patrimonio spesso richieste per farne parte.
È di fondamentale importanza valutare bene i rischi insiti in questo tipo di operazioni.

 

Index fund

 

Gli index fund sono fondi caratterizzati da una gestione sostanzialmente passiva, cioè una strategia di gestione che ha come unico obiettivo replicare la performance del mercato, senza cercare di ottenere un rendimento extra.

 

ETF (Exchange Traded Fund)

 

Gli ETF sono fondi indicizzati (index fund) quotati sui mercati regolamentari, ad esempio sull’ETFplus (in Italia) o sull’AMEX (negli USA).

 

Fondi Pensione

 

I fondi pensione sono strumenti tecnici (appartenenti al cosiddetto sistema pensionistico privato in Italia) utili ai lavoratori per avere una pensione complementare, da affiancare a quella previdenziale.

 

fondi comuni di investimento

 

Valutare un fondo comune

Vantaggi

 

I vantaggi di un investimento in un fondo comune sono diversi. Prima di tutto, si può approfittare delle competenze del gestore del fondo, senza avventurarsi in investimenti solitari più rischiosi.

 

In più, i propri risparmi vanno a sommarsi a quelli di molti altri investitori. In questo modo si ha accesso a opportunità di investimento altrimenti irraggiungibili da soli. Ciò significa anche che il rischio è distribuito: l’investimento non dipende in misura eccessiva da una singola fonte, poiché il patrimonio viene suddiviso tra diverse tipologie di attività.

 

Benchmark

 

Il benchmark è un parametro oggettivo di riferimento con cui confrontare l’andamento del fondo comune e valutare il profilo di rischio. È formato da uno o più indici di mercato che sintetizzano l’andamento dei mercati in cui investe il fondo.

 

I fondi comuni di diritto italiano hanno l’obbligo di indicare il benchmark.

 

Il requisito essenziale che un parametro oggettivo di riferimento deve avere è la sua coerenza con il rischio sottostante la gestione del fondo con il quale si vuole operare il confronto.

 

Gli altri requisiti necessari sono:

  • la trasparenza: le regole di calcolo utilizzate per la costruzione del benchmark devono essere chiare;
  • la rappresentatività: la composizione del benchmark deve essere coerente con quella del patrimonio del fondo;
  • la replicabilità: il fondo deve essere composto da attività finanziarie che il risparmiatore può, almeno in linea teorica, acquistare direttamente sul mercato.

 

Quanto costano

 

Investire in fondi comuni richiede il pagamento di alcune spese che possono essere divise in alcune categorie:

  • le commissioni una tantum, che vengono di solito applicate al momento dell’acquisto o della vendita di un fondo. Poiché non sono obbligatorie, dipendono dalle scelte della società di gestione.
  • le commissioni di sottoscrizione, che sono calcolate come percentuale dell’investimento iniziale secondo un sistema a scaglioni che prevede percentuali più basse per versamenti più elevati e viceversa. I fondi che non le prevedono si definiscono “no load”.
  • le commissioni ricorrenti, che vengono previste da tutti i fondi quale remunerazione dei diversi livelli di operatività di un fondo. Sono costi periodici che incidono direttamente sul risultato.
  • le commissioni di gestione servono a retribuire la società di gestione per la sua attività di gestione e amministrazione del fondo.
  • le commissioni di performance spettano alla società di gestione nel caso in cui questa raggiunga rendimenti superiori a un parametro prestabilito. Si tratta, in poche parole, di un premio.
  • i costi di Brokeraggio sono, invece, i costi che un fondo sostiene per le transazioni di acquisto e vendita dei titoli.

 

Si raccomanda di leggere attentamente il prospetto informativo per avere contezza di tutte le caratteristiche e le commissioni previste dallo strumento.

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