Agenzie di rating

Cosa sono

 

Le agenzie di rating sono istituti che si occupano di valutare la stabilità finanziaria degli enti che emettono titoli azionari (come ad esempio aziende, Stati o società pubbliche).
 
In base alla valutazione di un ente da parte delle agenzie di rating viene definito il valore e la stabilità dei titoli emessi. Tale stima rappresenta la “capacità di credito” dell’ente, che viene poi classificata in base al rating, secondo una scala standardizzata di valutazione.

 

In poche parole, l’agenzia di rating assegna un giudizio sulla base della solidità e della solvibilità di una società o di uno Stato che emette un titolo.

 

Le società di rating più conosciute sono Standard & Poor’s, Moody’s Investor Service e Fitch Ratings. Gli investitori si affidano al loro giudizio per decidere quali titoli comprare e a quale prezzo, a seconda del rischio finanziario.

 

agenzia di rating

 

Come lavorano

 

Il peso delle valutazioni che le agenzie di rating assegnano dipende esclusivamente dal comportamento degli investitori e dall’importanza che decidono di dargli. Infatti, queste agenzie sono società private (partecipate da grandi multinazionali) che effettuano analisi seguendo linee guida e criteri soggettivi. Di base, i loro giudizi non hanno nessuna conseguenza pratica sui titoli in sé, ce l’hanno solo sulle decisioni degli investitori.

 

Tra i prodotti finanziari che vengono valutati dalle agenzie di rating ci sono soprattutto obbligazioni private, titoli emessi dagli Stati, ma anche strumenti finanziari molto più complessi, come i derivati.

 

Questo perché il successo delle agenzie di rating è dovuto soprattutto al fatto che sono ritenute molto affidabili, così tanto che spesso le loro valutazioni sono state incorporate nel funzionamento dei mercati finanziari. Ad esempio, i grandi fondi pensioni che gestiscono centinaia di milioni di euro sono obbligati secondo quanto previsto dallo statuto ad acquistare soltanto prodotti con un certo rating minimo, per tutelare i propri investitori e ridurre il più possibile il rischio.

 

Meccanismi simili vengono inseriti anche nei regolamenti e nelle legislazioni pubbliche. Ad esempio, all’interno del programma Quantitative Easing, la BCE può acquistare soltanto titoli che hanno ricevuto da almeno un’agenzia un giudizio superiore a “junk”.

 

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Chi le controlla

 

Un’agenzia di rating per operare ha bisogno di ottenere la registrazione dell’ESMA (European Securities and Markets Authority – Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) come Credit Rating Agency (CRA) e rientrare nell’elenco ufficiale della ECAI (External Credit Assessment Institutions).

 

L’autorizzazione dell’ESMA viene concessa dopo aver esaminato i requisiti stabiliti dal regolamento. Alla futura agenzia viene quindi chiesto di dare informazioni sulla propria indipendenza e sulla gestione dei conflitti di interesse, sui servizi che fornisce e sulle politiche di pubblicazione dei rating. Molto importanti sono anche le regole sulla remunerazione e il codice di condotta.

 

Come detto, le CRA rientrano tutte nell’elenco delle ECAI, termine che indica tutte le istituzioni, che non sono banche e assicurazioni, che sono autorizzate ad emettere rating di credito. Per rientrare tra le ECAI, però, sono necessari altri due passaggi: la pubblicazione del mapping sul sito della European Banking Authority (EBA) e il riconoscimento sulla pari qualità dei rating solicited e unsolicited.

 

Ogni anno, le agenzie di rating sono obbligate e stendere una relazione di trasparenza e a sottoporre a revisione le metodologie che utilizzano per emettere i rating. La revisione viene effettuata dall’ESMA, che ha anche la responsabilità di vigilare sui rating emessi dalle agenzie.

 

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Controversie

 

Come è già stato sottolineato, le agenzie di rating si muovono in un ambito complesso, con il rischio di attirarsi l’inimicizia di società e governi e il compito di difendersi dalle accuse di conflitto di interesse. Negli anni, molti osservatori e analisti hanno accusato gli istituti più prestigiosi di influenzare le decisioni governative degli Stati a vantaggio delle reti del potere economico e finanziario mondiale di cui indirettamente fanno parte.

 

La crisi economica esplosa nel 2008 non ha aiutato l’immagine delle agenzie, che in teoria non si accorsero della bolla finanziaria che ne fu la causa. Molti studiosi hanno evocato il fenomeno della self fulfilling prophecy (“profezia che si autoavvera”), definita come una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata espressa, in un rapporto “circolare”, nel quale la profezia genera l’evento e quest’ultimo verifica la previsione.

 

Sempre nel primo decennio del 2000, le accuse di conflitto di interessi si sono moltiplicate, soprattutto nei confronti dell’agenzia Moody’s.

 

 

Le agenzie più conosciute

 

Le agenzie di rating più conosciute sono tre e vengono definite le “tre sorelle”: Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s (abbreviato in S&P).

 

Moody’s iniziò la sua attività all’inizio del ‘900, con la pubblicazione da parte di John Moody e soci del “Moody’s Manual of Industrial and Miscellaneous Securities”. All’interno di questo manuale si trovavano informazioni di base su una vasta gamma di titoli. Ad oggi, il Moody’s Investor Service presenta informazioni, report, analisi e credit rating di più di 106.000 titoli.

 

La Fitch Ratings fu fondata nel 1913 da John Knowls Fitch, che pubblicava le sue analisi nel suo “The Fitch Stock and Bond Manual”. Fu la prima agenzia di rating a introdurre, nel 1924, la scala di valutazione da AAA a D, in uso ancora oggi.

 

Infine, S&P nacque nel 1941 dalla fusione di Standard Statistics con Henry Varnum Poor, editore della “History of the Railroads and Canals of the United States”, volume che cercava di investigare i retroscena finanziari delle ferrovie statunitensi. Ad oggi, S&P oltre ad emettere rating, è molto considerata anche per gli indici di mercato, come l’S&P 500 e l’S&P Case-Shiller (che si occupa del prezzo degli immobili).

 

Oltre alle tre sorelle, esistono numerose altre agenzie (le autorità europee ne riconoscono 40 in tutto) che cercano di emergere nel mercato del rating finanziario, soprattutto da dopo l’ultima crisi.

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