Investire in arte: 10 consigli utili

A prescindere dai gusti del singolo individuo, l’arte è un bene tangibile e, in quanto tale, può essere considerato un prodotto sul quale investire. La cosa non è di certo sfuggita a molti investitori, in tutto il mondo, che considerano l’opera d’arte una copertura contro la volatilità del mercato azionario.

Nonostante si tratti di un investimento allettante, investire in arte ha i suoi rischi e prevede spesso grosse spese. Ecco quindi 10 consigli utili prima di considerare un investimento nel mercato dell’arte.

Investire in arte costa

A differenza di altri prodotti e strumenti finanziari, entrare nel mercato dell’arte è piuttosto complicato e quasi sempre presuppone un investimento iniziale corposo. Infatti, l’arte segue delle regole tutte sue che contengono anche caratteristiche poco controllabili come i gusti personali dei venditori, le mode e le tendenze.

Oltre a ciò, si vanno ad aggiungere anche i costi associati al mantenimento delle opere d’arte che possono diventare molto onerosi.

Investire in arte è complesso

L’opera d’arte non è un prodotto di investimento come gli altri. Bisogna conoscere molto bene cosa si sta comprando, oltre che riuscire a prevedere l’andamento delle tendenze in questo campo.

Il portafoglio di investimenti potrebbe trarre benefici finanziari a lungo termine non trascurabili, ma bisogna considerare che l’arte potrebbe non adattarsi alle altre tipologie di investimento: si tratta di un asset molto poco regolamentato e, di conseguenza, meno trasparente.

Molti investitori, per questo, consigliano di prendersi cura delle proprie esigenze di liquidità prima di acquistare opere d’arte, in modo da affrontare più agevolmente le flessioni del mercato. La consulenza di esperti del campo o l’investimento in fondi ad hoc è essenziale anche per chi è un investitore esperto in altri campi.

Meglio conoscere ciò che si compra

Il nome dell’artista non basta a fare di un’opera un investimento interessante. Chi realizza opere d’arte, infatti, attraversa vari periodi e i suoi prodotti possono non sempre rivelarsi remunerativi.

Conoscere la storia e il mercato dell’arte diventa, in questo senso, fondamentale. In più, esiste anche il rischio di trovarsi davanti a frodi o falsi, riconoscibili solo da occhi esperti.

Conoscere le regole del mercato

Acquistare un’opera d’arte con un obiettivo di investimento non significa semplicemente entrare in una galleria e selezionarne una: esistono molte variabili. Ad esempio, potrebbe esserci la possibilità di negoziare il prezzo, ma ciò dipende da fattori come la galleria in cui ci si trova, la popolarità dell’artista, le condizioni dell’opera e molto altro.

Anche in questo caso, un consulente d’arte può essere d’aiuto, ma prima di selezionarne uno è consigliabile fare qualche ricerca. Bisogna assicurarsi di essere nelle mani di una persona affidabile, che applichi prezzi trasparenti e che non riceva commissioni da una galleria.

Quindi, non basta conoscere la storia dell’arte, ma è bene informarsi anche sui vari operatori che ne compongono il mercato. Il consiglio è quello di leggere pubblicazioni d’arte, visitare gallerie e partecipare a eventi come Art Basel, Tefaf, Frieze, Fiac e altri: anche se non si è interessati ad acquistare nulla, sapere cosa i migliori rivenditori offrono aiuta a farsi un’idea più chiara delle dinamiche di mercato. La chiave è parlare con tutti fino a conoscere bene l’opera, l’artista, il venditore e gli eventuali intermediari.

Non c’è solo la spesa iniziale

Ci sono diversi costi associati alla proprietà di un’opera d’arte che non si trovano solitamente nelle altre tipologie di investimento. Tra questi, valutazioni regolari, spese di archiviazione, assicurazione, manutenzione e molte altre.

Se si vuole mantenere il valore di un’opera, bisogna considerare tutti i rischi che incidono sulla sua condizione, poiché deve rimanere incontaminata. E ciò comporta dei costi.

Un altro fattore da considerare sono le tasse, che potrebbero essere più alte di quelle che si applicano su un portafoglio di azioni o obbligazioni. L’arte è considerata da collezione e generalmente sarà tassata al 28%, rispetto a un generico 15% per la maggior parte delle plusvalenze nette.

Si può investire in arte senza possedere

Se si desidera includere l’arte nel proprio portafoglio esclusivamente a scopo di investimento, senza le difficoltà di possedere una collezione fisica, è consigliabile considerare un fondo artistico.

In un simile fondo, gli investitori ottengono una diversificazione molto maggiore di quella che potrebbero ottenere accumulando una raccolta fisica, ma non hanno bisogno di avere tutte le competenze o di preoccuparsi dei problemi di conservazione, restauro, trasporto, sicurezza e assicurazione.

Esistono diversi tipi di fondi artistici con diverse strategie di investimento. Alcuni presentano un rischio più elevato rispetto agli altri fondi alternativi tradizionali con potenziali ricavi più alti per l’investitore. Per tale ragione, spesso i manager vedono nel mondo dell’arte buone possibilità di investimento. Esistono anche altri fondi artistici che si possono specializzare in determinate regioni, periodi di tempo o tipologia di artisti.

(Clicca sul link per scoprire di più su Tender to Art, l’incubatore d’arte di Tendercapital che coinvolge ogni anno artisti attentamente selezionati).

Proteggere l’investimento

Assicurare un’opera d’arte è il miglior investimento che un collezionista possa fare. È consigliabile affidarsi a società specializzate nella tipologia specifica di opera che si possiede e non accontentarsi di una generica polizza sull’immobile che le contiene. 

Una società specializzata, infatti, non si limita a sottoscrivere una polizza assicurativa, ma fornisce anche una preziosa consulenza sulle modalità di conservazione dell’opera d’arte, legate anche all’ambiente in cui la si mantiene. Spesso queste società mandano tecnici esperti in sopralluogo per controllare come, ad esempio, un quadro viene appeso e in che posizione. Oppure misurano l’umidità o la presenza di luce solare, elementi che potrebbero rovinare oggetti sensibili.

Pianificare il destino della collezione

Lasciare in eredità una collezione intatta agli eredi può comportare una grossa spesa in termini fiscali e la gestione di un asset difficile da vendere. 

Un modo per evitare un grosso esborso fiscale è quello di lasciare la collezione in un museo dopo la propria dipartita, ma è consigliabile accordarsi tramite contratto in largo anticipo. Un’alternativa è quella di inserire le proprie opere in determinati fondi o trust: in questo modo si risparmia a livello fiscale e si preserva la collezione.