Dal rischio al successo: la via di Riccardo Zacconi per trasformare le caramelle in oro

Se avesse fatto il dentista come il padre, Riccardo Zacconi difficilmente avrebbe fatturato in otturazioni 590 milioni di dollari, la cifra che invece ha messo in tasca nel 2015 cedendo l’azienda da lui fondata, la King Digital Entertainment a Activision Blizzard. Gli ingredienti chiave della sua carriera, il gioco e il rischio, sono concentrati in una frase pronunciata davanti agli studenti della Luiss di Roma: “Rischiate, ragazzi. Ogni tanto si fallisce, ma l’unico vero rischio nella vita è di non aver rischiato abbastanza. Rischiate. Sì, fallirete, ma più rischiate più avrete possibilità di successo. Anche noi sappiamo che non tutti i giochi vanno bene. Alcuni falliscono. Ma la vita è un gioco. Divertitevi!”. Detto dal creatore del videogame più famoso del mondo, Candy Crush, suona come un consiglio da seguire alla lettera.

 

Gli studi in Italia, i primi passi in Germania e Regno Unito

Zacconi nasce a Roma nel 1967 e studia economia nella Capitale ma dopo la laurea è subito su un volo per la Germania. Le ossa se le fa nell’ambito della consulenza, in LEK e in Boston Consulting come responsabile strategico. In un ambiente più aperto alle contaminazioni, conosce quelli che saranno i soci svedesi con i quali metterà in piedi Spray, un portale dove giochi e contenuti si mescolano, dove contatti social, news e gaming convivono fianco a fianco. L’esperimento funziona e il sito si ingrandisce presto: nel 1999 compra il portale italiano Clarence e riesce anche a ottenere finanziamenti per 100 milioni di dollari da venture capitalist britannici. Nel 2000 è il motore di ricerca statunitense Lycos (all’epoca competitor di Yahoo!) ad acquistare l’azienda. Per i primi dodici mesi Zacconi rimane al suo posto, fino all’offerta di entrare nella prestigiosa società di venture capital californiana Benchmark Capital. Affina le sue conoscenze nello sviluppo delle start-up online e sul gaming via web.

 

La maturità, il debutto in Borsa, la vendita

Mette subito a frutto quanto imparato fondando insieme al solito e collaudato gruppo di amici uDate, una piccola start-up attiva che si occupa di incontri online. Trascorrono pochi mesi e la società viene ceduta per 220 milioni di dollari. Dopo un breve ritorno nell’azienda dove ha già lavorato, la Benchmark Capital, torna a contattare gli amici svedesi e presto si fa avanti l’idea di mettere in piedi insieme una nuova avventura. È il 2003 e a Londra vede la luce King.com, un portale di gaming completo, per il quale Zacconi è cofondatore e CEO. La sezione sui giochi di carte con soldi veri, aperta per il mercato italiano, dura però pochi mesi e viene subito chiusa. Forse i tempi non sono ancora maturi.

Sono milioni in tutto il mondo i giocatori che accedono tutti i giorni al portale e alle varie applicazioni firmate King.com. Presto la società diventa leader proprio delle app arrivando a detenere il 25% del mercato Facebook con alcuni titoli che diventano famosi in tutto il mondo: Candy Crush, Pet Rescue Saga e Farm Hero Saga attirano gamers di tutte le età e li intrattengono per ore e ore in ogni angolo del pianeta. Solo per il gioco delle caramelle colorate sono 158 milioni gli utenti quotidiani. Il modello di business è vincente e assicura introiti sicuri: King.com inizia a lanciare giochi su giochi, con una media di tre titoli nuovi ogni trimestre.

Sempre agli studenti della Luiss Zacconi aveva spiegato come arrivare a costruire un’azienda solida, senza per questo mettere da parte i propri sogni: “Non pensate al guadagno. Trovate il settore che vi piace e cercate di imparare il più possibile”. Poi, “scegliete sempre ciò che vi da più opportunità, soprattutto quando non avete ancora le idee chiare”. E ancora, “frequentate gente in gamba: saranno il vostro team del futuro. Le start-up? Solo se avete veramente un’idea. Altrimenti, prima è meglio imparare”. Infine, “io scelgo sempre gente che sia schietta, diretta e che pensi con la sua testa. Non mi serve qualcuno che mi dia ragione. Piuttosto m’interessa quell’unico che vota contrario. Voglio capire perché”.

E pazienza se ogni tanto i piani enunciati non vanno come previsto: nel marzo 2014 la King Digital viene quotata a Wall Street per sette miliardi e mezzo di dollari, vale a dire il maggior ingresso sul listino della storia per una società britannica, ma fa subito un bel capitombolo. A preoccupare gli investitori è soprattutto il fatto che King generi il 78% dei ricavi solo da Candy Crush.

Poco più di un anno dopo si fa avanti la società americana di videogiochi Activision Blizzard, proprietaria di giochi del calibro di Call of Duty: acquista la sua rivale britannica King Digital Entertainment per 5,9 miliardi di dollari (5,4 miliardi di euro). L’obiettivo dell’operazione è molto definito: rafforzarsi sul versante dei giochi per dispositivi mobili visto che è già leader in giochi classici.

Dal canto suo, Zacconi – che nel frattempo è stato definito “guru delle moderne perdite di tempo” dal Financial Times che lo ha piazzato al decimo posto fra i cinquanta CEO europei del digital – spiega che l’acquisizione fornisce ulteriore linfa alla sua azienda forte di un catalogo con oltre 180 giochi per i cellulari.

 

L’ultimo capitolo

Sempre al comando della sua King nonostante il cambio di proprietà, adesso Zacconi investe in start-up con una nuova avventura, Sweet Capital. Già dal 2017 si è impegnato per portare in Italia il Founders Forum, la conferenza che riunisce i maggiori finanziatori di start-up europei e in questo versante continua a operare. Con la visione che lo contraddistingue sin dagli inizi della sua carriera, dice di vedere interessanti prospettive proprio nel sostegno alle nuove realtà: vorrebbe replicare il modello dell’École 42, la scuola gratuita di coding fondata in Francia da Xavier Niel, il numero uno di Iliad, e aiutare altri giovani promettenti e ambiziosi, come era lui qualche anno fa, a fondare dal nulla la loro personale Candy Crush.